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Cornea artificiale (al computer)

L’Ue punta alla cornea artificiale

Cornea artificiale (al computer)L’Ue punta alla cornea artificiale Realizzata con polimeri, sfrutta anche un fattore di crescita delle cellule umane 18 giugno 2010 – L’uomo ‘bionico’ è sempre più ‘vicino’ a noi. La cornea artificiale ha fatto ingresso ufficiale nel mondo della medicina, poiché non tutti i pazienti tollerano il trapianto di cornea umana e ­– soprattutto in alcuni Paesi – c’è difficoltà a trovarne di compatibili. Il trapianto di cornea può consentire di recuperare la vista se si sono subiti danni alla superficie oculare a causa di patologie o di traumi (vedi cecità corneale ). Però oggi si tende a non trapiantare tutta la cornea , ma solo gli strati danneggiati: è il cosiddetto trapianto lamellare. cornea Per evitare reazioni di rigetto e per avere una maggiore disponibilità di cornee si è pensato però di produrle in laboratorio. Ora ci si è riusciti grazie a una sinergia pubblico-privato portata avanti nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione europea con 1,78 milioni di euro (nell’ambito del Sesto programma quadro). la cornea, quando è in salute, è perfettamente trasparente e non presenta alterazioni morfologiche. Ha la forma di una calotta su cui si può notare il caratteristico riflesso La cornea artificiale, che si potrà usare nei casi più gravi dove non fosse disponibile la soluzione tradizionale, è realizzata con speciali polimeri. La novità è che si sono usate anche le biotecnologie: può integrarsi con il resto della superficie oculare grazie a un fattore di crescita proteico che consente il suo riconoscimento da parte delle cellule dell’organismo, le quali possono proliferare ai bordi della cornea artificiale stessa, consentendo così la sua ‘fusione’ col resto della superficie oculare e, dunque, il buon esito dell’intervento. I test, tuttavia, sono stati effettuati unicamente su topi di laboratorio (in vivo) e sui maiali (tessuti dissezionati e colture cellulari in vitro). Dunque, bisognerà attendere un più vasto impiego sugli esseri umani per poter valutare la bontà del ritrovato. Nota: la ricerca è stata coordinata dall’Istituto di Francoforte per la ricerca applicata sui polimeri e ha coinvolto esperti tedeschi, francesi, olandesi e polacchi.

Fonte: UE (Research Information Centre) Per iscriverti ora alla newsletter dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus clicca qui .

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