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ISTAT: migliorano gli indicatori della salute

Presentato alla Camera il 20 giugno il 27° Rapporto sulla situazione del Paese. Il Presidente dell’ISTAT Blangiardo: c’è “malessere demografico”

immagine-rapporto-annuale-istat-2019-2.jpgMigliora la salute in Italia, ma c’è ancora un problema demografico. Sono due punti importanti contenuti nella 27ª edizione del “Rapporto annuale ISTAT 2019-La situazione del Paese”, presentato a Roma il 20 giugno 2019 alla Camera dei Deputati.

A proposito di longevità nel volume si legge che in Italia:

Un uomo può godere di buona salute in media 59,7 anni, mentre una donna 57,8 anni. Queste ultime, sebbene più longeve degli uomini, vivono un maggior numero di anni in condizioni di salute via via più precarie. Le donne sono infatti maggiormente colpite da patologie croniche meno letali, che insorgono più precocemente e diventano progressivamente invalidanti con l’avanzare degli anni. Rispetto al 2009 gli uomini hanno però guadagnato solo due anni di vita in buona salute, mentre le donne ne hanno conquistati quasi tre.

Nel confronto internazionale si sottolinea, sempre nel Rapporto ISTAT, come “l’Italia sia tra i paesi in Europa con i minori differenziali sociali nella salute” in relazione al livello d’istruzione. Insomma, il nostro Sistema Sanitario Nazionale nel complesso sembra funzionare efficacemente come “livellatore” sociale.

Progressi su diversi fronti

Secondo l’ISTAT gli ambiti nei quali oltre due terzi degli indicatori in Italia migliorano sono sei: salute, benessere soggettivo, politica e istituzioni, sicurezza, ambiente, innovazione ricerca e creatività.

Ciò sintetizza progressi per buona parte degli indicatori che riguardano la salute: la speranza di vita alla nascita, indicatori relativi agli stili di vita, con diminuzioni nella quota di fumatori, nel comportamento a rischio nel consumo di alcol e nella sedentarietà, ecc. Per quanto riguarda il benessere soggettivo, è aumentata la quota di persone che ritengono che la loro situazione migliorerà nei prossimi cinque anni [[passando dal 24,6 per cento nel 2012 al 29 per cento nel 2018]].

presidente_dell_istat_gian_carlo_blangiardo-2019-2-photospip786a3d59e17934a853a52caa81ec26ea.jpgIl Presidente dell’ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, ha illustrato a grandi linee i contenuti del Rapporto nella cornice istituzionale della Camera. “Gli ultra 90enni – oggi 800.000 – sono destinati ad aumentare di altri 500.000 nei prossimi 20 anni”. Allungamento della vita e diminuzione della natalità sono già in atto da tempo e sono fenomeni che non mostrano un’inversione di rotta, anzi s’aggravano in Italia, testimoniando un “malessere demografico del Paese” (il numero di nascite si è ulteriormente ridotto a poco più di un figlio per donna).

Dal canto suo il Presidente della Camera Roberto Fico ha auspicato, nel suo intervento, una “ridefinizione di una strategia di sviluppo sostenibile e duratura, senza lasciare indietro nessuna delle categorie più fragili”.

Fonti: ISTAT, Camera dei Deputati

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