fbpx Skip to content
Sindrome di Charles Bonnet

Ipovisione e allucinazioni: la Sindrome di Charles Bonnet

Non è raro che pazienti ipovedenti possano sperimentare delle visioni che tendano a distorcere la loro percezione della realtà. Ciò è dovuto ad una stimolazione fisiologica delle aree celebrali specializzate nella visione che provocano un rilascio di potenziali d’azione.

Lo sapevi che i pazienti ipovedenti possono sperimentare delle vere e proprie visioni?

La Sindrome di Charles Bonnet, conosciuta con l’acronimo CBS, provoca delle vere e proprie allucinazioni visive che esplodono in luci colorate, lampi, volti deformati, animali e paesaggi distorti.

Studiando il cervello, grazie alla risonanza magnetica funzionale, si è evidenziato come le aree cerebrali specializzate nella visione, seppur in assenza di stimolazione a causa del visus ridotto, possano paradossalmente diventare iperattive, verificando l’eccitazione spontanea dei neuroni che provano un rilascio di potenziali d’azione riportando le cellule allo stato basale.

La mente, quindi, per organizzare in modo coerente l’evento fisiologico produce la percezione di vedere qualcosa.

Naturalmente il risultato non è ottimale e la sensazione non è sempre piacevole.

Infatti, queste esperienze possono essere, alcune volte, invasive e invalidanti tanto da compromettere la salute mentale e la qualità della vita dei soggetti che ne sono affetti.

I soggetti con CBS possono sentirsi confusi, ansiosi, arrabbiati e “sospettosi” e nelle forme più invasive tendere all’isolamento sociale.

Attualmente, non esiste una cura specifica per la Sindrome di Charles Bonnet, ma diversi accorgimenti possono rendere la condizione più gestibile, come ad esempio:

•            cambiare luogo o posizione quando si ha un’allucinazione

•            muovere gli occhi o fissare l’allucinazione stessa

•            utilizzare illuminazione aggiuntiva nell’ambiente in cui ci si trova

•            indossare tutti gli ausili visivi prescritti

•            stimolare gli altri sensi ascoltando audiolibri o musica

•            impegnarsi in attività sociali per evitare l’isolamento

•            ridurre lo stress e l’ansia

Alcune persone trovano sollievo anche attraverso la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva: un processo non invasivo che prevede l’uso di magneti per attivare diverse parti del cervello ed evitare quindi che si possano azionare in modo indesiderato le aree celebrali specializzate nella visione.

In qualunque caso, è sempre bene parlarne con il proprio medico oculista, evitando di aver timore del giudizio.

Raccontare i sintomi, oltre ad essere il primo passo per esprimere le proprie sensazioni ed alleviare il disagio che a volte possono provocare, è essenziale per evitare di ricevere diagnosi errate.  

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn