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Servono più investimenti in sanità e prevenzione

Presentato il Rapporto Meridiano Sanità: in Italia il 38% della popolazione ha almeno una malattia cronica

fondazione-ambrosetti-foto-gallery-rapporto.jpgOggi il 38% della popolazione ha almeno una patologia cronica, valore che sale a 74,8% nella popolazione tra i 65 e i 74 anni e supera l’85% negli over 75. Un motivo in più per investire in sanità e prevenzione. È quanto sostiene la Fondazione Ambrosetti, che la settimana scorsa ha pubblicato un nuovo Rapporto (Meridiano Sanità 2016).

Scommettiamo sulla prevenzione

La prevenzione è una delle principali soluzioni al “peso” delle spese sanitarie sul Prodotto interno lordo. È una scommessa vincente che, nel lungo periodo, genera più salute. Per questo la Fondazione Ambrosetti scrive:
L’investimento in prevenzione ha un impatto positivo sulla spesa sanitaria; il modello di previsione di Meridiano Sanità ha altresì stimato che un euro investito in prevenzione genera 2,9 euro di risparmio nella spesa per prestazioni terapeutiche e riabilitative e che l’orizzonte temporale nel quale l’investimento in prevenzione manifesta i suoi impatti sulla spesa per prestazioni curative e riabilitative, in percentuale della spesa sanitaria totale, è di 10 anni.
Il nostro Paese, invece, ancora non investe sufficientemente in prevenzione. Anche per questo perde posizioni nel campo della sanità. Nota infatti la Fondazione:
Ad oggi l’Italia spende in prevenzione 98,4 euro pro-capite. Se il nostro Paese investisse quanto la Germania (126,4 Euro) la spesa sanitaria al 2050 sarebbe l’8,7% del PIL con un risparmio di 4 miliardi di Euro l’anno.

Il Belpaese in ritardo su efficienza e appropriatezza sanitarie

istogramma-fondazione-ambrosetti-qualita_assitenza_sanitaria.bmp Il Meridiano Sanità Index – elaborato da The European House-Ambrosetti (III rilevazione) – mostra come il nostro Paese manifesti un sensibile ritardo dalla media europea sul fronte dell’efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria. Idem per quanto riguarda la capacità di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute, anche se va detto che persistono notevoli squilibri regionali (il Centro-Nord fa meglio del Sud Italia [[in coda si attestano Puglia, Sicilia, Calabria e Campania, mentre ai primi quattro posti troviamo Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Toscana]]). Sul fronte della qualità dell’offerta sanitaria siamo assolutamente in linea con l’Europa, mentre sul fronte dello stato di salute mostriamo (ancora) performance migliori della media tra 14 Paesi Ue (vedi valutazione multidimensionale).

Gli stili di vita peggiorano

Secondo la Fondazione Ambrosetti in Italia “aumentano i fattori di rischio delle patologie croniche sia tra i bambini che tra gli adulti. Diversi fattori di rischio concorrono all’insorgenza di patologie croniche. Se si esclude l’età e l’ereditarietà – fattori di rischio non modificabili – si può agire su tanti altri aspetti: alimentazione, attività fisica, consumo di tabacco i quali, a loro volta, influiscono su altri fattori di rischio intermedi (ad esempio: ipertensione, glicemia, ipercolesterolemia, sovrappeso e obesità)”.

No all’abuso di antibiotici

L’utilizzo improprio di antibiotici o il loro abuso possono essere causa di resistenza batterica. Anche il Ministero della Salute insiste molto su questo punto. Eppure, si legge nel nuovo Rapporto:
Cresce la resistenza agli antibiotici di batteri che possono portare a gravi infezioni. L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di utilizzo di antibiotici sia in ambito ospedaliero che extra ospedaliero e inoltre è il Paese europeo con il più alto livello di disinformazione (secondi i dati Eurobarometer). Queste sono alcune delle cause che portano l’Italia ad essere tra i Paesi europei con il maggior livello di resistenza agli antibiotici.

Le proposte

Tra le proposte lanciate dalla Fondazione segnaliamo quella di una maggiore importanza da attribuire alla prevenzione:
  • Lanciare una campagna informativa sull’importanza, il valore e la sicurezza delle vaccinazioni.
  • Investire maggiori risorse in prevenzione (raggiungendo almeno il 5% della spesa sanitaria con i Livelli Essenziali di Assistenza).
  • Implementare il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale in modo omogeneo sul territorio nazionale.
Inoltre non poteva mancare l’aspetto dell’innovazione. Infatti occorrerebbe:
  • Diffondere gli strumenti di sanità digitale per migliorare l’accessibilità e garantire la continuità delle cure.
  • Diffondere la sperimentazione di soluzioni di telemedicina.

Per il Ministro della Salute c’è un primato Italia

Forte dissenso nel merito da parte del Ministro Beatrice Lorenzin, intervenuta a Roma il 15 novembre a Palazzo Rospigliosi, in occasione della presentazione del Rapporto Meridiano Sanità. Riguardo all’Italia ha dichiarato senza mezzi termini:
Noi non siamo la Grecia […]. E del resto anche altri Paesi come Inghilterra, Francia, Paesi Bassi, hanno i loro problemi. Questo non vuol dire che da noi va tutto bene, ma vorrei che ci fosse meno il vizio italiano di vedere l’erba del vicino sempre più verde e si valorizzassero i nostri punti forti. […] Secondo parametri oggettivi siamo i primi nell’Ue sia in aspettativa di vita sia come possibilità di accesso dei singoli cittadini per le prestazioni di primo livello.
Fonte principale: Fondazione Ambrosetti

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