L’importanza della protezione oculare nei gesti quotidiani: uno studio rivela come un fitopatogeno fungino possa causare gravi infezioni oculari negli esseri umani
Proteggersi gli occhi in qualsiasi occasione possa essere considerata “pericolosa” è fondamentale per salvaguardare la salute visiva.
Non solo quando si pratica sport o ci si espone al sole: indossare una protezione per gli occhi è una precauzione di cui bisogna tenere conto anche nei gesti più semplici e quotidiani. Quali, ad esempio?
Un esempio possono essere i lavori di giardinaggio e di carpenteria.
Perché?
Secondo un articolo pubblicato sull’Ophthalmology Times, uno studio greco ha recentemente scoperto che un fitopatogeno fungino, solitamente associato alle piante, potrebbe avere conseguenze anche sulla salute umana.
Il Macrophomina phaseolina, secondo i ricercatori del Dipartimento di Microbiologia della Facoltà di Medicina dell’Università Nazionale e Capodistriana di Atene, Panagiotis Toumasis, MD, e Georgia Vrioni, MD, rappresenta una causa rara ma emergente di infezioni umane. Nonostante colpisca oltre 500 specie vegetali, l’incidenza di questo patogeno negli esseri umani è estremamente bassa.
Lo studio ha analizzato il caso di un paziente di 78 anni che presentava fotofobia e un dolore intenso all’occhio destro, che non rispondeva agli analgesici orali.
La diagnosi iniziale riportava una lesione corneale superficiale avvenuta tre mesi prima, causata da un trauma con una fresa metallica durante lavori agricoli. In seguito, il paziente era stato sottoposto a un intervento chirurgico al lembo congiuntivale per trattare un’ulcera corneale che non guariva.
Il quadro generale del paziente ha portato a sospettare un’endoftalmite, caratterizzata da edema, rossore, congestione congiuntivale, iperemia, fusione corneale, echi mobili di bassa ampiezza, membrane vitreali e ispessimento di retina e coroide.
Le analisi delle raschiature corneali e dei campioni di umor vitreo hanno infine identificato la presenza di un’infezione fungina.
Nonostante i diversi trattamenti eseguiti, si è reso necessario enucleare l’occhio per prevenire la diffusione dell’infezione, alleviare il dolore e ridurre il rischio di coinvolgimento sistemico.
La revisione della letteratura sul tema ha identificato un totale di 13 casi (includendo quello analizzato nello studio), distribuiti tra Canada, India, Stati Uniti e Grecia. I sintomi riportati nei pazienti includevano infezioni oculari (76,9%), infezioni cutanee (15,4%) e infezioni combinate di pelle e articolazioni (7,7%).
Commentando i risultati, i ricercatori hanno affermato:
“Questo caso di endoftalmite evidenzia il potenziale del patogeno di causare gravi infezioni oculari con esiti devastanti, anche in presenza di trattamenti aggressivi. La revisione sistematica delle infezioni umane segnalate in precedenza sottolinea le diverse presentazioni cliniche, che spaziano da infezioni cutanee superficiali a condizioni più invasive, come quella descritta nel nostro studio. Tuttavia, M. phaseolina sembra essere un fitopatogeno fungino con una predilezione per le infezioni oculari negli esseri umani. Una diagnosi tempestiva rimane una sfida a causa della rarità del patogeno in contesti clinici e della mancanza di linee guida di trattamento standardizzate. L’identificazione precoce e un’adeguata terapia antimicotica sono fondamentali per garantire esiti favorevoli”.