fbpx Skip to content
illusioni ottiche

Illusioni ottiche: come funzionano?

Secondo un articolo riportato dal The New York Times, le illusioni ottiche sono il risultato dell’interazione tra gli occhi e la mente. Ciò che vediamo è la risposta del nostro cervello a stimoli che possono essere fuorvianti.

Akiyoshi Kitaoka – Figura 1

Ti sembra che il buco nero al centro della foto si sia mosso?

Quella che hai appena visto è una delle illusioni ottiche create da Akiyoshi Kitaoka, professore di psicologia ed esperto della Gestalt presso l’Università Ritsumeikan di Kyoto.

L’immagine è naturalmente statica, ma la sua percezione, che cambia da persona a persona, può far comprendere le connessioni che avvengono tra gli occhi e la mente.

Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Human Neuroscience, in seguito ripreso dal The New York Times, maggiore è la percezione dell’illusione ottica, più forte risulta essere la risposta della pupilla.

La pupilla degli occhi reagisce involontariamente alla luce che ci circonda, dilatandosi quando c’è buio e restringendosi quando c’è luce.

Guardando la figura 1 e fissando il buco nero presente al centro si ha come l’impressione che sia in espansione, una percezione che fa rispondere la pupilla con la dilatazione.  

“Non c’è nessuna ragione valida affinché la pupilla si dilati, poiché nulla è cambiato nel mondo fisico, ma chiaramente qualcosa avviene nella nostra mente” dichiara il Professore Bruno Laeng dell’Università di Oslo.

I ricercatori, studiando le risposte dei partecipanti, hanno ipotizzato che la presenza del buco nero al centro della foto dia l’illusione ottica di entrare in un tunnel e che quindi il nostro cervello, all’avvicinarsi del buio, dilati le pupille per preparare gli occhi all’oscurità. 

Ma non tutti percepiscono l’illusione ottica di Kitaoka: 14 partecipanti hanno dichiarato di non vedere la figura in movimento e tanto meno i loro occhi hanno risposto allo stimolo.

Il cervello analizza ciò che vede e costruisce possibili scenari di sviluppo adattandosi e rispondendo nel miglior modo possibile; con una macchina fotografica possiamo misurare la luce che ci serve per fare una foto, ma con gli occhi non è possibile, non possiamo misurare la luce per vedere il mondo che ci circonda, poiché è la nostra mente che determina ciò che vediamo attraverso la luce stessa” dichiara il Dott. Purves, neurobiologo e Professore dell’Università di Duke.

Non è una vera e propria illusione quindi, la risposta al buco nero dell’immagine ci rivela semplicemente ciò che accade nella nostra mente scoprendo le discrepanze tra ciò che vediamo e ciò che realmente è: ci vuole tempo affinché uno stimolo come la luce raggiunga i nostri organi sensoriali, i quali devono inviarlo al cervello che a sua volta deve elaborare l’informazione e darne un senso.

Quando queste connessioni avvengono, il tempo, seppur brevissimo, è passato, il mondo è cambiato e la percezione potrebbe essere sbagliata.

Vedere l’immagine in movimento non rappresenta, quindi, un difetto visivo, ma è il risultato strategico del cervello che vive in un mondo in continuo cambiamento e deve adattarsi per sopravvivere. È adattivo e predittivo: dilatando le pupille, il cervello prepara gli occhi ad andare in un luogo buio.

“È una questione che ha del filosofico, poiché sembra che viviamo in una realtà virtuale, ma è una realtà pragmaticamente utile alla nostra sopravvivenza” conclude il Dott. Laeng.

Fonte: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fnhum.2022.877249/full

Per saperne di più: https://www.nytimes.com/2022/06/06/science/optical-illusion-tunnel.html

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn