Secondo il Censis per le informazioni di salute il medico di famiglia resta invece al primo posto
Il medico specialista è stato superato, anche se di poco, da internet come principale fonte d’informazione sulla salute (22,7% contro 23%). Ancora più comune è l’affidarsi della tv (25,7%), seguire ciò che dicono parenti, vicini e amici (31,9%), mentre al primo posto resta saldamente il medico di famiglia, che anzi migliora la sua posizione (dal 66,3% del 2008 al 72,3% del 2016).
È quanto emerge dalla ricerca “Il medico pilastro del buon Servizio sanitario” – condotta dal Censis [su un campione di 1000 persone]] – che è stata presentata il 15 novembre 2018 a Roma nell’ambito dell’evento della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ([Fnomceo) intitolato “40 anni del Servizio sanitario nazionale. La conquista di un diritto, un impegno per il futuro”.
Occhio alla spesa sanitaria
La spesa sanitaria non sembra brillare e, pertanto, il Censis scrive:
La stretta sulla spesa sanitaria pubblica, a fronte della crescita dei fabbisogni sanitari per invecchiamento e cronicità di massa, dà luogo ad una riduzione della copertura reale pienamente percepita dai cittadini. Meno sanità pubblica, anche a causa della lunghezza delle liste di attesa e più ampi divari territoriali in quantità e qualità dell’offerta impongono un più intenso ricorso alla sanità privata […].
Ancora una volta si assiste ad uno sviluppo della prevenzione basata sugli stili di vita ed ancor nel ricorso agli screening e accertamenti vari, in particolare per le patologie oncologiche. [[Il Censis prosegue: “Informazione e autodeterminazione entrano prepotentemente anche nel rapporto con il medico ma informano tutti i comportamenti sanitari. L’asimmetria informativa nella relazione medico-paziente viene definitivamente messa in discussione […]”.]]
Il benessere psicologico è importante
Sempre secondo il Censis, se nel 2008 per gli italiani stare bene significava “sentirsi in forma, efficienti e in grado di svolgere le normali attività” (27,6%), invece nel 2017 l’asse si è spostato verso la dimensione interiore: stare bene è “uno stato di benessere psicologico, soddisfazione, tranquillità e felicità” (40,8%).
Fonti: Censis, Quotidiano Sanità