Il glaucoma si ‘guarda’ nei geni C’è una componente ereditaria della malattia oculare che non va mai trascurata. Fondamentale il trattamento precoce 9 marzo 2011 – Se hai un familiare affetto dalla seconda malattia oculare più diffusa al mondo, il glaucoma, non bisogna perdere tempo: è consigliabile sottoporsi a controlli oculistici periodici con una certa frequenza. Che la sua ‘firma’ sia genetica è stato confermato ora da una nuova ricerca condotta presso il Jackson Laboratory a Bar Harbor (Maine, Usa). Tra i cambiamenti biochimici rilevati nelle cavie di laboratorio colpite da glaucoma senile c’è un’alterazione della cosiddetta ‘cascata del complemento’, attivata dal sistema immunitario, che implica l’alterazione dei livelli di una proteina chiamata endotelina 2. I ricercatori hanno scoperto che, agendo a livello genetico su questi cambiamenti con un’opportuna terapia farmacologica, si può impedire che le cavie stesse sviluppino il glaucoma. Dunque, la strategia dei ricercatori è quella di inibire l’espressione patologica di un gruppo di geni per poter bloccare alla
Fonte l’evoluzione della malattia. Tuttavia, va detto che queste ricerche sono per ora sperimentali e, almeno ai giorni nostri, si può operare solo sugli effetti: si prescrivono colliri per abbassare la pressione oculare oppure si pratica un intervento chirurgico per creare una valvola di sfogo dell’umore acqueo, facilitandone il deflusso. Il glaucoma, se diagnosticato per tempo, è considerato curabile nel senso: si può rallentare moltissimo la sua evoluzione ed evitare o limitare i danni al nervo ottico causati generalmente da una pressione dell’occhio eccessiva. Se invece, le cellule nervose iniziano a morire il campo visivo si restringe progressivamente (visione tubulare) fino all’ipovisione e alla cecità. Il glaucoma senile colpisce in età avanzata. Più in generale parliamo però di una patologia oculare che diventa sempre più frequente col passare del tempo, soprattutto a partire dai 40 anni. Il rischio di subire danni alla vista è sempre in agguato: un check-up che preveda la misurazione della pressione oculare (tono) è sempre consigliabile.
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Fonte: Jackson Laboratory