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Il glaucoma colpisce precocemente le persone di origini africane

Uno studio del New York Eye and Ear Infirmary of Mount Sinai segnala l’importanza di uno screening tempestivo per le popolazioni di discendenza africana per prevenire la cecità.

I pazienti di origine africana hanno un rischio più alto di perdita della vista dovuta al glaucoma primario ad angolo aperto (POAG) rispetto a quelli di origine occidentale.

Lo conferma uno studio del New York Eye and Ear Infirmary of Mount Sinai (NYEE) pubblicato sul Translational Vision Science and Technology.

Il POAG rappresenta una delle principali cause di degenerazione del nervo ottico: i pazienti, generalmente, manifestano pochi o nessun sintomo fino a quando la malattia non progredisce portando ad una perdita irreversibile della vista.

La ricerca, coordinata da Louis R. Pasquale, vicepresidente per la ricerca oftalmologica presso la Icahn School of Medicine del Monte Sinai e direttore del NYEE Eye and Vision Research Institute, ha visto coinvolto un team di ricercatori che hanno analizzato più di 200 mila pazienti.

Dei partecipanti, tutti sopra i 40 anni, sono stati raccolte alcune variabili: gli esami oculistici e la frequenza con cui venivano effettuati; il momento in cui si è registrata per la prima volta la perdita del campo visivo; la presenza di ulteriori patologie nel soggetto – come, ad esempio, malattie cardiache e diabete. Dalle variabili, grazie ad alcune forme di intelligenza artificiale, sono risultati 14 diversi archetipi di perdita della vista: quattro modelli di perdita avanzata, nove di perdita precoce e uno senza perdita di campo visivo.

Con essi, dallo studio è risultato che le persone di origine africana (l’1,3% dei pazienti) presentano un rischio di perdita precoce della vista pari al doppio rispetto ai pazienti di origine occidentale. Inoltre, anche la possibilità di una perdita avanza della vista nei pazienti del primo gruppo è risultata sei volte maggiore rispetto a quella del secondo.

“Questo studio ha enormi implicazioni per lo screening del glaucoma nelle persone di colore, che già sapevamo essere una popolazione ad aumentato rischio di glaucoma – afferma Pasquale, confermando che – la discendenza africana è un fattore di rischio per la cecità da glaucoma e questo lavoro fornisce informazioni sul perché si presenta questo fenomeno”.

Dalle analisi emerge, infatti, che le persone di origine africana risultino maggiormente esposte ad una perdita precoce ed avanza perché sviluppano prima la malattia rispetto agli altri: la patologia, infatti, emerge da uno a due decenni prima rispetto al secondo gruppo.

Il risultato suggerisce quindi l’importanza di screening per i soggetti di origine africana per identificare l’esordio precoce del glaucoma, in modo da evitare la disabilità visiva.

Questo può essere fondamentale anche per il nostro paese, che registra oggi un numero crescente della popolazione proveniente dall’Africa e delle seconde generazioni di discendenza africana.

Fonte: Ophthalmology Times

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