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I rischi dell’inattività fisica

I rischi dell’inattività fisica Le malattie non trasmissibili come il diabete possono avere conseguenze sulla vista 19 luglio 2012 – Troppo poltroni per restare in salute. I rischi dell’inattività per il nostro corpo sono ancora più evidenti dopo la pubblicazione del nuovo numero della rivista The Lancet . Sono numerose le malattie non trasmissibili che accorciano la vita. Tanto che alcuni osservatori hanno rilevato che la sedentarietà miete tante vittime quanto il fumo. Dal diabete di tipo 2 (l’inattività fisica causerebbe il 7% dei casi di questa forma meno grave, che può comunque danneggiare la retina) fino al cancro al colon o al seno (rispettivamente il 10% dei casi sempre imputabili alla sedentarietà), passando per le malattie alle coronarie (6%). Nel complesso circa un terzo degli adulti non fa movimento a sufficienza, causando circa 5,3 milioni di decessi ogni anno. Quindi l’ Organizzazione mondiale della sanità invita ad avere un adeguato livello di attività fisica. Già alla fine dello scorso anno aveva sostenuto che la sua mancanza è il quarto fattore di rischio diEdificio dell'OMS mortalità globale ( clicca qui per approfondire). Agli adulti viene quindi raccomandato di praticare ogni settimana almeno due ore e mezza di esercizio moderato o intenso. Tuttavia, troppo spesso questi messaggi restano inascoltati. Perché non si comprende a fondo che un corretto stile di vita è la prima arma di prevenzione contro molte malattie, comprese quelle oculari. Ad esempio la retinopatia diabetica , l’AMD e persino la cataratta possono, almeno in parte, essere prevenute mediante adeguati livelli di attività fisica. Per la degenerazione maculare legata all’età praticare regolarmente del movimento, alimentarsi correttamente e rinunciare al fumo può voler dire ridurre sino al 71% la probabilità di ammalarsi, il che è particolarmente indicato per chi ha una predisposizione genetica (dunque se ci sono altri casi in famiglia) oppure se è stato diagnosticato un principio della malattia che può causare ipovisione e cecità centrali in chi ha più di 55 anni.

Leggi anche: “ Tre volte meno ammalati di AMD

Fonti principali: The Lancet , Bbc , Ophthalmology.

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