Le foto non vanno scattate troppo da vicino, ma è difficile che la retina e la cornea subiscano danni
Si resta per un attimo abbagliati e leggermente storditi: avviene quando si viene fotografati con un flash particolarmente potente e si fissa l’obiettivo. Infatti, la retina va in saturazione per una frazione di secondo, ossia in “sovraccarico”.
Cosa accade però se si viene fotografati spesso? Generalmente nulla. Tuttavia, è prudente non scattare una foto col flash da una distanza troppo ravvicinata perché, in quel caso, ci potrebbero essere delle conseguenze negative per la retina e per la cornea (la superficie trasparente dell’occhio che si trova di fronte all’iride).
Non poche persone che hanno figli piccoli si chiedono, inoltre, se l’uso costante di macchinette dotate di flash possa danneggiare i loro occhi. La risposta, tuttavia, è nella maggior parte dei casi negativa: “I neonati – commenta Don Bienfang, docente di oftalmologia presso la Harvard Medical School – sono più protetti dai flash degli adulti poiché di solito a loro non interessa essere fotografati e non guardano diritti nell’obiettivo. Inoltre, generalmente hanno pupille più piccole, il che significa che la loro retina è raggiunta da una quantità di luce inferiore”.
In uno studio giapponese del 2006 si sono effettuati esperimenti studiando gli effetti dei flash di macchinette commerciali su cavie da laboratorio scattando foto a tre distanze diverse: dieci centimetri, un metro e tre metri. I ricercatori sono arrivati alla conclusione che “l’esposizione luminosa ai flash fotografici non danneggia la cornea o la retina eccetto quando vengono esposte a mille flash a una distanza di dieci centimetri” (ossia da molto vicino).
Rischi certamente più elevati sono dati dal sole, che non va mai fissato a occhio nudo; inoltre, anche i puntatori laser rossi possono nuocere gravemente alla vista se sono troppo potenti e vengono indirizzati direttamente negli occhi. “In generale – commenta Marco, medico oculista della IAPB Italia onlus – ogni forma di luce forte nella fovea, la zona più sensibile al centro della retina, può essere dannosa. Ad esempio, chi volesse osservare un’eclissi di sole e non facesse uso di speciali protezioni (filtri solari superiori rispetto a quelli dei normali occhiali da sole) può andare incontro a cecità per ustioni retiniche irreversibili”( maculopatia fototraumatica ).
Fonti di riferimento: Inoue M, Shinoda K, Ohde H, Tezuka K, Hida T., “Phototoxic effects of commercial photographic flash lamp on rat eyes“, Doc Ophthalmol. 2006 Nov;113(3):155-64. Epub 2006 Oct 3.; Carefirst.
Pagina pubblicata il 17 marzo 2009. Ultima modifica: 11 maggio 2017