Gli italiani promuovono gli ospedali Indagine condotta dall’ Osservatorio con l’Istat su 54mila persone. Però per Cittadinanzattiva permane il problema delle liste d’attesa eccessive 10 marzo 2011 – Complessivamente soddisfatti degli ospedali, lamentano però liste d’attesa sovente troppo lunghe: sono gli italiani che vengono ‘dipinti’ sulla base sia del nuovo Rapporto Osservasalute (2010) che del precedente Rapporto di Cittadinanzattiva ( Pit Salute 2010 ). Secondo quest’ultimo l’oculistica si è piazzata quarta tra le specialità con tempi d’attesa troppo lunghi per quanto concerne gli interventi chirurgici (a partire dalla cataratta). Secondo Osservasalute il giudizio degli italiani è complessivamente positivo sull’assistenza ricevuta in ospedale durante il ricovero (e le giornate di degenza si sono ridotte rispetto al passato). L’indagine, relativa al biennio 2007-9, è stata eseguita assieme all’Istat su un campione di circa 24 mila famiglie – per un totale di circa 54mila individui – distribuite in circa 850 Comuni italiani di diversa ampiezza demografica. “C’è una quota molto contenuta di giudizi negativi (cittadini poco o per niente soddisfatti) sull’assistenza durante il ricovero, riferibile all’assistenza medica e infermieristica, mentre un po’ più insoddisfacente è stata giudicata la qualità del vitto”, ha spiegato Antonio Giulio de Belvis, Ricercatore Segretario Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute delle Regioni Italiane. A livello nazionale ben il 36,1% delle persone reduci da un ricovero si dichiara molto soddisfatto dell’assistenza medica ricevuta e il 52,8% abbastanza soddisfatto; invece i cittadini dichiaratisi “molto insoddisfatti” non raggiungono il 4% e quelli dichiaratisi “poco soddisfatti” sono il 7,8%. Però al Sud i livelli di soddisfazione sono sempre più bassi della media nazionale. Negli ospedali italiani i ricoveri continuano a diminuire e parallelamente si riducono le giornate di degenza. Dal 2001 al 2008 il tasso grezzo di ospedalizzazione complessivo del livello nazionale si è ridotto di circa 22 punti percentuali (da 214,6 a 192,8 per mille abitanti). Questo è dovuto sia a una precisa politica portata avanti dagli esecutivi e sia alla tendenza, ormai consolidata, al ricorso al day hospital .
Fonti: Osservasalute , Cittadinanzattiva.