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Gli effetti dell’allattamento sulla vista

Gli effetti dell’allattamento sulla vista

Sebbene non risultino associazioni significative tra l’alimentazione del neonato e lo sviluppo della funzione visiva, si evidenziano correlazioni positive con alcuni fattori sociali e ambientali. A spiegarlo è uno studio pubblicato su “The American Journal of Clinical Nutrition”.

Negli ultimi anni, una serie di studi hanno confrontato gli effetti dell’allattamento al seno, della nutrizione artificiale e delle formule a base dell’uso di integratori di acido docosaesaenoico (DHA) sulla funzione visiva dei neonati, prematuri e non. Nonostante alcuni studi abbiano dimostrato i benefici dell’allattamento con le formule integrate con DHA, molti sono stati criticati per l’incapacità di controllare una serie di fattori ambientali e sociodemografici potenzialmente importanti, come pure per l’incapacità di seguire i neonati abbastanza a lungo da accertare la persistenza di eventuali effetti benefici, sia durante che dopo il periodo di allattamento[1].

Uno studio inglese riportato su “The American Journal of Clinical Nutrition”[2] ha provato ad affrontare alcune di queste criticità. Nello studio i ricercatori hanno indagato la prevalenza della visione ridotta, che equiparano alla miopia, a 10-11 e 15-16 anni di età, all’interno di tre coorti di bambini britannici, nati rispettivamente nel 1946, nel 1958 e nel 1970[3]. La prevalenza di visione ridotta variava dal 4,4% al 6,5% a 10-11 anni e dal 9,4% all’11,4% a 15-16 anni.

I risultati aggregati non hanno messo in luce alcuna associazione tra l’alimentazione, artificiale e naturale, in tutte le coorti e la funzione visiva, pur non negando i molti altri vantaggi dell’allattamento. L’alimentazione del neonato sembra però non influenzare lo sviluppo visivo.  

Ciononostante, sono state riscontrate alcune associazioni con una serie di altri fattori e una visione ridotta sia nell’infanzia che nell’adolescenza. Tra questi fattori spiccano, ad esempio, alcune variabili sociodemografiche. Nello specifico, esse includono un’istruzione genitoriale più elevata, un’età materna più alta, un peso alla nascita inferiore, un minor numero di fratelli maggiori e l’essere femmine. Associazioni più forti con tutti questi fattori, eccetto l’associazione con il peso alla nascita, sono state osservate maggiormente a 15-16 anni di età che a 10-11.

Ulteriori associazioni significative tra una visione ridotta nella tarda infanzia e adolescenza sono state riscontrate con la classe di lavoro non manuale, un fattore che, come l’età materna, è altamente correlato all’educazione dei genitori.

Il contributo importante di questo studio si rileva, dunque, nell’illustrare l’impatto delle variabili ambientali e sociodemografiche sulla funzione visiva. Ciò conferma l’importanza di controllare questi e altri fattori negli studi sugli effetti dell’allattamento al seno sulla vista[4]. Le associazioni coerenti di visione ridotta con l’educazione dei genitori, il sesso, l’età della madre e l’ordine di nascita suggeriscono, infatti, che altri fattori possono risultare fondamentali per lo sviluppo visivo nei primi anni di vita.


[1] Cfr.: Heird W. C., Infant feeding and vision, in “The American Journal of Clinical Nutrition”, 87 (5), Maggio 2008, p. 1120; Heird C., Lapillonne A., The role of essential fatty acids in development, in “Annual Review of Nutrition”, V. 25, 2005, pp. 549-571; Chong Y. S. et al., Association Between Breastfeeding and Likelihood of Myopia in Children, in “Jama”, 293 (24), 2005, pp. 2999-3002.

[2] Rudnicka A.R. et al., Effect of breastfeeding and sociodemographic factors on visual outcome in childhood and adolescence, in “The American Journal of Clinical Nutrition”, 87 (5), Maggio 2008, pp. 1392-1399.

[3] Alle tre coorti esaminate corrispondono rispettivamente le seguenti unità: 5.362 (1946), 18.558 (1958), 16.567 (1970).

[4] Heird W. C., op. cit.

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