fbpx Skip to content
OCCHIO SECCO

Fondamenti della dry eye desease: l’ABC della patologia

Gli esperti, Marguerite B. McDonald, MD, FACS, Peter McDonnell, MDe Karl G. Stonecipher, MD, hanno discusso in merito alla diagnosi e al trattamento del dry eye desease (DED- sindrome dell’occhio secco) nelle recenti sessioni di Ophthalmology Times e Optometry Times Viewpoints.

La sindrome dell’occhio secco, conosciuta anche come dry eye disease, è una condizione medica caratterizzata dalla carenza di lacrime e/o dalla diminuzione della qualità delle stesse, il che può provocare un’infiammazione della superficie dell’occhio.

Questa patologia tende ad interessare entrambi gli occhi ed è più prevalente nelle donne rispetto agli uomini, particolarmente durante il periodo della menopausa e nel post-menopausa.

I relatori, Marguerite B. McDonald, MD, FACS, Peter McDonnell, MD e Karl G. Stonecipher, MD, durante le recenti sessioni di Ophthalmology Times e Optometry Times Viewpoints concordano sul fatto che i tassi di incidenza della DED variano notevolmente a seconda della situazione oftalmica, andando da 1 su 3 pazienti refrattivi, ovvero affetti da miopia, ipermetropia o astigmatismo, a 1 su 5 pazienti con cataratta.

Tra le altre, le patologie associate e comunemente riscontrate nei pazienti con DED sono: le allergie oculari, malattia di Parkinson (diagnosticata e non), malattia del margine palpebrale, blefarite e malattia delle ghiandole di Meibomio.

L’80% dei pazienti anziani che ricevono una terapia cronica per il glaucoma presenta secchezza oculare moderata o grave. Questo collegamento suggerisce che il trattamento del glaucoma potrebbe influire sulla manifestazione di sintomi legati alla DED in questa fascia di età. La secchezza oculare può avere un impatto significativo sulla qualità della vita degli anziani, influenzando la loro capacità visiva e il comfort quotidiano.

Inoltre, è interessante notare che la DED sta diventando sempre più diffusa anche nei pazienti pediatrici.

Al fine di individuare per tempo la sindrome dell’occhio secco gli esperti Stonecipher e McDonald sottolineano l’importanza di parlare con il paziente prima di approfondire il suo disturbo e di esaminare i punteggi relativi del Questionario Standardizzato di Valutazione della Secchezza Oculare o i risultati dell’Indice di Malattia della Superficie Oculare, che potrebbero verificare una DED da moderata a grave.

Anche la topografia e il test dell’osmolarità lacrimale possono fornire una buona panoramica della superficie oculare, il cui stato deve essere esaminato prima di eseguire qualsiasi procedura di rifrazione o cataratta.

I relatori hanno poi spiegato ai pazienti la natura della loro DED cronica e la necessità di trattarla prima, e non dopo l’intervento.

Infatti, i medici hanno sottolineato l’importanza di parlare con i pazienti del loro piano di trattamenti in quanto la chiave per il successo degli interventi di cataratta e rifrazione è l’ottimizzazione della superficie oculare prima di qualsiasi operazione chirurgica.

“Come professionisti medici, dobbiamo prenderci il tempo necessario per ottimizzare la superficie oculare del paziente. Nel caso in cui richieda un periodo di recupero più esteso, è compito degli specialisti informare preventivamente il paziente di questa condizione preesistente, gestendo personalmente il percorso pre e post-operatorio”. Afferma McDonnell durante le sessioni di Ophthalmology Times e Optometry Times Viewpoints.

In conclusione, secondo i due esperti, è fondamentale diagnosticare la Sindrome dell’occhio secco prima di qualsiasi intervento chirurgico al fine di evitare effetti collaterali nei pazienti che ne soffrono. Individuare la malattia in tempo permette la riuscita dell’intervento e la conseguente felicità del paziente e dell’equipe medica.

FONTE

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su linkedin
LinkedIn