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Persone sorridenti

Felicità, Italia cinquantesima al mondo

Aspettativa di vita in salute, situazione economica e qualità dei rapporti interpersonali tra gli indicatori considerati in 156 Paesi. Il 20 marzo l’Onu ha proclamato la Giornata mondiale della felicità

18 marzo 2016 – Anche la salute fa la felicità. Così la pensano i curatori del nuovo Rapporto mondiale ad essa dedicata, in vista della giornata mondiale della felicità proclamata dall’Onu il 20 marzo. L’Italia si colloca al 50° posto, quasi a un terzo nella lista dei 156 Paesi considerati, stabile rispetto all’anno precedente, perdendo cinque posizioni rispetto al 2013.

Come si misura il benessere

Avvalendosi di vari esperti, il Rapporto “descrive come le misure del benessere possano essere utilizzate efficacemente per verificare il progresso delle nazioni”. In particolare tra i fattori considerati compaiono i seguenti: Pil pro capite, aiuto da parte degli altri, aspettativa di vita in salute, libertà di fare scelte di vita, generosità, percezione del livello di corruzione.

Uno stato di “estasi” dell’anima viene di fatto ridotto a un livello di soddisfazione o benessere scomposto in fattori precisi e “oggettivamente” quantificabili.
Ci sono – scrivevano i curatori del Rapporto 2015 – quattro pilastri del benessere, comprese le relative basi neuronali:

  1. emozione positiva prolungata;
  2. recupero da un’emozione negativa;
  3. empatia, altruismo e comportamento prosociale;
  4. pensiero erratico, consapevolezza e affettività basata su legami.

Chi è al top e come si piazzano gli altri Paesi


Al top della classifica del nuovo Rapporto troviamo la Danimarca, la Svizzera e Islanda, a cui seguono Norvegia, Finlandia, Canada, Olanda, Nuova Zelanda, Australia e, decima, la Svezia. Nel paniere l’aspetto economico conta parecchio, così come il livello di fiducia negli altri.

Come in ogni studio, ci sono risultati opinabili e alcuni persino paradossali. Sorprende scoprire la Germania al 16° posto nell’“eudemonia” e la Spagna al 37°, così come attribuire alla Malesia, al Nicaragua e all’Uzbekistan un indice di felicità un po’ più alto di quello del nostro Paese. Però i nipponici sono un po’ meno felici di noi, dovendosi accontentare un 53° posto, a netta distanza dagli “allegri” austriaci (in 12° posizione), dagli americani (13°), dai belgi (18°) o dagli irlandesi (19°). Gli inglesi risultano 23esimi in questa scala della felicità o, per meglio dire, del livello complessivo di soddisfazione, nettamente meglio dei francesi, che si collocano al 32° posto.

Dove vivono invece i meno felici della Terra? In Ruanda, Benin, Afghanistan, Togo, Siria e, infine, in Burundi. In molti di questi Paesi c’è però stata oppure è in corso una guerra. In Italia, invece, la crisi (socio)economica duratura non ha certo aiutato, facendoci “scivolare” in classifica rispetto a tre anni fa.

Fonti:World Happiness Report 2016;
Independent

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