F(or)se la sanità italiana diventa più elettronica Il 13% della popolazione sarebbe dotato di un Fascicolo sanitario elettronico attivo. Solo il 6% delle cartelle cliniche risulta dematerializzato 14 gennaio 2015 – Si scrive “ Fascicolo sanitario elettronico (FSE) ” e si intende carta dotata di chip. Qui verranno caricati tutti i dati sanitari personali: dai referti medici all’esito delle visite specialistiche fino alla prenotazione degli esami. Insomma, una comodità in più per il cittadino e un accesso più semplice ai dati sanitari da parte dei medici consultati. Senonché, al momento in cui scriviamo, indicativamente solo il 13% della popolazione italiana sarebbe dotata di un fascicolo attivo, con in testa la Lombardia, dove circa sei milioni di persone ne
farebbero già uso. Seguono, a distanza, la Toscana e la provincia autonoma di Trento; ma risultano anche l’Emilia Romagna e la Sardegna. In tutte le altre regioni il fascicolo sanitario elettronico è in fase di realizzazione, in sperimentazione o è genericamente previsto. Insomma, sembra ancora utopia. “Uno dei problemi principali da affrontare – si legge in un documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri intitolato ‘Strategia per la crescita digitale’ – per arrivare ad una completa diffusione
Panorama della Sanità , Linee guida presentazione Fse , Strategia crescita digitale
Ultima modifica: 4 settembre 2015