La malattia colpisce 422 milioni di persone nel mondo, soprattutto in città. Esperti riuniti a Roma per fare il punto
Seguire una dieta sana diventa più complicato nel periodo delle festività. Non bisogna però neanche trascurare il rischio diabete, non saltando screening periodici e seguendo opportune cure se già c’è una diagnosi [[insulina per il tipo più grave (tipo 1), una dieta corretta ed eventuali farmaci ipoglicemizzanti per quello più diffuso (tipo 2)]].
Il diabete è una malattia che, secondo l’OMS, colpisce circa 422 milioni di persone nel mondo e provoca seri danni alla retina, soprattutto se la malattia caratterizzata da una glicemia elevata [concentrazione eccessiva di zuccheri nel sangue]] non viene individuata e trattata tempestivamente. Uno stile di vita corretto è essenziale per fare prevenzione. Teniamo conto che la [retinopatia diabetica in Occidente è la prima causa di cecità in età lavorativa.
Esperti riuniti a Roma
A studiare la correlazione tra diabete e stili di vita c’è da qualche tempo un gruppo di esperti dell’Health City Institute, che lavorano in particolare sull’influenza degli ambienti urbani: il 7 dicembre hanno fatto il punto a Roma [scelta come città del 2017 per il programma [Cities Changing Diabetes]]. In occasione dei lavori è stata evidenziata la necessità di percorsi terapeutici virtuosi e di un approccio al problema specifico per le aree considerate (comprese quelle all’interno delle singole città).
Il progetto delle città per il diabete è nato nel 2014 in Danimarca ed è un programma di partnership promosso dall’University College of London (UK) e dallo Steno Diabetes Center (Danimarca), in collaborazione con istituzioni, città metropolitane, comunità diabetologiche e sanitarie, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore (è stata coinvolta anche la IAPB Italia onlus).
Vivi in città? Esiste il diabete urbano
Oltre metà della popolazione del mondo vive in città e la tendenza all’urbanizzazione prosegue. Questo ha un impatto sulla salute a molti livelli, non solo sui polmoni e sul sistema cardiovascolare.
In Italia, secondo l’Istat, il 5,3% della popolazione è diabetica, percentuale che sale al 16,5% dopo i 65 anni. Il 6,6% dei romani [[mediamente la popolazione di Roma è cresciuta del 17,3% dal 2001 al 2016]] soffrono di diabete (l’obesità è del 9,9%). Vivere in città, in particolare in certe zone più a rischio, favorirebbe l’insorgenza del diabete.
Scrivono, infatti, gli autori della Carta italiana sul diabete urbano:
Vivere in un’area urbana, e ancora di più in una megalopoli, si accompagna a cambiamenti sostanziali degli stili di vita rispetto al passato; cambiano le abitudini alimentari e il modo di vivere, i lavori diventano sempre più sedentari, l’attività fisica diminuisce.
Fattori sociali culturali che rappresentano un potente volano per obesità e diabete. Questo significa aumento dei rischi correlati alle complicanze legate al diabete e all’obesità, con esiti di mortalità cardiovascolare e di altre complicanze fortemente invalidanti.
Quando si parla di diabete urbano non parliamo di una nuova forma di diabete, ma facciamo riferimento al drastico aumento della prevalenza del Diabete tipo 2 che si osserva nelle città a causa dell’urbanizzazione.
Arrestare l’aumento del diabete in ambito urbano è una impresa difficile, ma è possibile diminuire l’impatto se si creano forti alleanze politico, sanitarie, cliniche e sociali.
In conclusione, andrebbero promossi maggiormente sani stili di vita, comprese le diete sane e l’attività fisica regolare a ogni età. Se si vive in città si è probabilmente più esposti a fattori che favoriscono l’insorgenza del diabete… che tu non vedi, ma lui vede te!
Leggi anche: Più rischio diabete in città
Link utili: Italian Urban Diabetes Charter, Manifesto salute nelle città
Fonti: Cities Changing Diabetes, Italian Health Policy Brief