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Diabete, un nuovo Rapporto “sale” in Campidoglio

E’ il “Roma Cities Changing Diabetes Report”: il 21 maggio si è parlato di stili di vita sani, obesità e diabete alimentare nella Sala della piccola Protomoteca

mappa-mondiale-diabete-2017.jpgFermare la diffusione del diabete, in particolare nella città metropolitana di Roma [[ex provincia della Capitale]], combattendo la sedentarietà e promuovendo un’alimentazione sana: sono questi due obiettivi dei curatori del Cities Changing Diabetes Report, preoccupati dagli stili di vita urbani. Ne hanno parlato il 21 maggio 2019 a Roma, nella Sala della piccola Protomoteca del Campidoglio.

Gli occhi sono puntati soprattutto sul “tipo 2” della patologia ovvero sul diabete alimentare, che si può prevenire o almeno controllare con stili di vita appropriati (corretta alimentazione, esercizio fisico), senza somministrare insulina.

diabete-retina_malata-web.jpgAd oggi nel progetto internazionale antidiabete sono stati coinvolti 140 esperti – che hanno permesso un’ampia raccolta di dati contenuti nel “Roma Cities Changing Diabetes Report” –, primo importante passo per la realizzazione di un piano d’azione triennale.

Secondo l’OMS i diabetici del mondo sono 422 milioni, quasi un terzo dei quali sono affetti da retinopatia diabetica; ma le complicanze della malattia includono problemi cardiovascolari, renali, ai nervi periferici, ecc.

Attualmente si stima che nell’area metropolitana di Roma vivano 286.500 persone con diabete già noto, mentre per la sola capitale si scende a 189.500. Per studiare il legame fra il diabete e le città e promuovere iniziative per salvaguardare la salute e prevenire la malattia, nel 2017 la capitale è entrata a far parte del programma internazionale Cities Changing Diabetes, l’iniziativa realizzata in partnership tra University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center, con il contributo dell’azienda farmaceutica Novo Nordisk. Il programma coinvolge una ventina di metropoli, tra cui Buenos Aires, Città del Messico, Pechino, Vancouver.

Secondo quanto scrive il prof. Andrea Lenzi, Presidente del Comitato Nazionale per la Biosicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri:

Oggi, più del 50% della popolazione mondiale vive nelle città. Se consideriamo che il 65% delle persone con diabete vive in aree urbane, è chiaro che la città è un punto determinante per contrastare la crescita del diabete. Questo fenomeno è stato definito: urban diabetes.
Le città sono chiamate nel contrastare il crescente aumento del numero di persone con diabete, attraverso politiche sui determinanti di salute, in collaborazione con Università, Autorità sanitarie locali ed enti di ricerca.

Anche il prof. Renato Lauro, Presidente della IBDO Foundation, spiega:

La storia ci insegna che alcuni eventi catastrofici accadono in pochi secondi, eventi improvvisi che provocano danni incalcolabili e che possono cambiare la storia di un territorio e il destino dei popoli. Ma esistono catastrofi che possono impiegare anni per svilupparsi senza che nessuno se ne accorga, e quando ci si rende conto di cosa sta accadendo, è troppo tardi per evitarle. La sfida globale del diabete fa parte di quest’ultima categoria…

In conclusione, i messaggi chiave del Rapporto sono:

  • I fattori di rischio per il diabete di tipo 2 (o non insulino-dipendente) sono il sovrappeso, l’obesità e la mancanza di attività fisica;
  • Riportare il peso corporeo nei limiti della normalità con un’alimentazione corretta e un’attività fisica giornaliera costante è quindi fondamentale: in questo modo si riduce la resistenza all’insulina e si migliora l’assorbimento del glucosio da parte dei muscoli;
  • Tutto questo interviene verso l’obiettivo di riduzione dell’obesità che può garantire una significativa riduzione della prevalenza del diabete di tipo 2 nel tempo, contestualmente alla creazione di risparmi crescenti in termini di spesa, creando un circolo virtuoso che potrà e dovrà consentire un reinvestimento delle risorse liberate per il mantenimento e miglioramento degli obiettivi di salute urbana;
  • L’organizzazione dei centri urbani può infatti condizionare e modificare gli stili di vita agendo in primis sui fattori di rischio legati allo sviluppo di queste patologie;
  • E’ necessario investire per promuovere una cultura alimentare appropriata, incoraggiare l’utilizzo di modalità attive di trasporto creando e mettendo a disposizione strade, piste ciclabili sicure e ben collegate ed un efficiente sistema di trasporto pubblico locale; incoraggiare la pratica dell’attività sportiva, creando e mettendo a disposizione infrastrutture pubbliche cui i cittadini possano avere accesso in modo equo e distribuito sul territorio;
  • In sintesi, in una Città Metropolitana come Roma, densamente popolata ed estesa, la parola d’ordine è “prevenzione”.

Link utile: Rapporto sul diabete di tipo 2 e l’obesità dell’area metropolitana di Roma

Fonti: 24orenews, healthcitythinktank.org

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