Danni retinici, la “rivincita” dell’attività cerebrale Se i neuroni della corteccia ricevono meno stimoli, “gridano” più forte 8 novembre 2013 – Il cervello possiede una tendenza innata all’attività: in condizione di scarsità di stimoli – in particolare se riceve pochi impulsi visivi – tende a ripristinare i livelli d’attività precedenti, attribuendo maggior peso a quei pochi che giungono dalla retina alla corteccia cerebrale. Scienziati tedeschi e svizzeri sono stati in grado di osservare in diretta, almeno nelle cavie, la formazione delle sinapsi (zone di comunicazione tra neuroni) in seguito a stimolazioni sensoriali. La plasticità cerebrale gioca un ruolo essenziale. Infatti se i livelli d’attività nella corteccia visiva si riducono significativamente in seguito a lesioni retiniche, nei due giorni successivi si assiste a un incremento graduale dell’attività neuronale dell’area cerebrale deputata alla visione sino ai livelli precedenti. Tale fenomeno è stato definito “plasticità cerebrale omeostatica” e può essere sfruttato anche ai fini della riabilitazione visiva.
Fonte: Tara Keck, Georg B. Keller, R. Irene Jacobsen, Ulf T. Eysel, Tobias Bonhoeffer, Mark Hübener, “Synaptic Scaling and Homeostatic Plasticity in the Mouse Visual Cortex In Vivo”, Neuron, 16 October 2013 (Vol. 80, Issue 2, pp. 327-334)