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Covid-19 e secrezioni lacrimali: le evidenze scientifiche di questo rapporto

Tre studi scientifici internazionali, pubblicati rispettivamente su “Journal Medical of Virology”, “British Journal of Ophthalmology” e “Jama Ophthalmology”, mostrano le prime evidenze della valutazione del coronavirus nelle secrezioni lacrimali e congiuntivali dei pazienti con infezione da SARS-CoV‐2. Gli occhi diventano così una potenziale fonte di infezione da monitorare.

Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche che testimoniano come le vie oculari possano essere una potenziale fonte di infezione da SARS-CoV‐2. A dimostrarlo è uno studio prospettico del Dipartimento di Oftalmologia di Hangzhou[1], in Cina, pubblicato su Journal Medical of Virology. Lo studio ha analizzato 30 pazienti con polmonite da coronavirus, confermati presso il primo Ospedale affiliato dell’Università di Zhejiang dal 26 gennaio al 9 febbraio 2020. Di questi pazienti sono state raccolte le secrezioni lacrimali e congiuntivali attraverso l’uso di tamponi per la valutazione della reazione a catena della polimerasi a trascrizione inversa (RT-PCR). Complessivamente, sono stati inclusi 21 pazienti di tipo comune e 9 pazienti di tipo grave.

In questo caso, la SARS‐CoV‐2 è stata rilevata nelle lacrime e nelle secrezioni congiuntivali dell’unico paziente di tipo comune con congiuntivite, con risultati positivi di RT-PCR. Queste evidenze sono state confermate anche da un recentissimo studio dello Spallanzani[2].

Un altro studio è quello pubblicato su British Journal of Ophthalmology[3], che ha messo a confronto i casi, verificatisi nel corso degli anni, da sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS), entrambe causate da coronavirus. Sebbene il coinvolgimento oculare non sia stato descritto in nessuna delle due sindromi, la reazione a catena della polimerasi sulle lacrime da pazienti con infezione da SARS-CoV ha dimostrato la presenza del virus. Esistono quindi prove che alcuni coronavirus possano causare congiuntivite nell’uomo: è il caso del coronavirus umano NL 63, identificato alla fine del 2004 in un bambino di sette mesi con bronchiolite e congiuntivite e degli ulteriori 28 casi di bambini, con infezioni confermate da coronavirus umano, di cui il 17% aveva la congiuntivite.

Vi sono dunque prove crescenti che la trasmissione da uomo a uomo si stia verificando tra stretti contatti e che uno dei primi possibili sintomi del virus sia la congiuntivite virale.

Ulteriori evidenze sono poi quelle emerse nello studio pubblicato su Jama Ophthalmology[4], che ha indagato le manifestazioni oculari e la prevalenza virale congiuntivale nei pazienti della provincia di Hubei affetti da Covid-19. I pazienti trattati per coronavirus in un centro ospedaliero nella provincia, dal 9 al 15 febbraio 2020, sono stati analizzati retrospettivamente per le manifestazioni oculari. Durante il periodo di trattamento, sono stati analizzati i sintomi oculari, nonché i risultati della reazione a catena della RT-PCR tramite tampone.

Dei 38 pazienti con Covid-19, un terzo dei pazienti (12) ha presentato manifestazioni oculari coerenti con la congiuntivite, tra cui iperemia congiuntivale, chemosi, epifora o aumento delle secrezioni; 28 pazienti, inoltre, hanno avuto risultati positivi su RT-PCR rilevati con tamponi rinofaringei.

Sulla base di questi studi, sono dunque da tenere in considerazione le anomalie oculari che si verificano frequentemente in pazienti affetti da Covid-19 e la possibilità che la trasmissione di questo virus sia correlata allo stretto contatto con le lacrime o le secrezioni congiuntivali dei pazienti contagiati.

Tutte queste evidenze confermano molte delle impressioni iniziali e la bontà delle misure precauzionali da seguire che IAPB Italia Onlus aveva già pubblicato nell’articolo reperibile a questo link.


[1] M. Jianhua Xia et. al, Evaluation of coronavirus in tears and conjunctival secretions of patients with SARS‐CoV‐2 infection, in “Journal Medical of Virology”, February 2020.

[2] Colavita F. et al., SARS-CoV-2 Isolation From Ocular Secretions of a Patient With COVID-19 in Italy With Prolonged Viral RNA Detection, in “Annals of Internal Medicine”, April 2020.

[3] O. L. Ji-Peng et al., Novel Coronavirus disease 2019 (COVID-19): The importance of recognising possible early ocular manifestation and using protective eyewear, in “British Journal of Ophthalmology”, n. 104(3), February 2020.

[4] MD. Ping Wu, Characteristics of Ocular Findings of Patients With Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) in Hubei Province, China, in “Jama Ophthalmology”, March 2020.

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