Il cancro della corruzione devasta l’Italia e anche la sanità ne è colpita. In oltre il 37% delle aziende sanitarie italiane, infatti, si sono verificati episodi corruttivi negli ultimi cinque anni e in circa un terzo dei casi non sono stati affrontati in maniera appropriata. Lo denuncia il Rapporto italiano sulla corruzione in sanità presentato oggi a Roma presso il Tempio di Adriano, nel corso della prima Giornata nazionale ad essa dedicata, alla presenza, tra gli altri, del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
I dati raccolti sono basati sulle dichiarazioni di dirigenti delle 151 strutture sanitarie che hanno partecipato all’indagine sulla percezione del reato, realizzata nell’ambito del progetto “Curiamo la corruzione”, portato avanti da Transparency International Italia, Censis, Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità (ISPE) e dal Rissc (Progetto Corruzione e Sprechi in Sanità). Complessivamente hanno risposto il 45,3% delle strutture sanitarie contattate.
Gli àmbiti più corrotti
Per i dirigenti delle strutture sanitarie gli àmbiti a maggior rischio di corruzione sono gli acquisti di beni e servizi (82,7%) e la realizzazione di opere (66,0%). La corruzione è percepita dall’87,2% degli intervistati come un problema grave, mentre per il 98,7% è uno dei maggiori problemi del Paese. Due terzi dei dirigenti sanitari contattati (il 67,6% del totale) ritengono che l’Autorità nazionale Anticorruzione sia utile per prevenire e combattere il fenomeno.
L’89,3% pensa che la corruzione pervada le pubbliche amministrazioni a prescindere dalla loro attività, anche se risulta particolarmente diffusa nel comparto della sanità. Circa la metà degli intervistati ritiene che sia diffusa tanto nel settore pubblico quanto nel settore privato, e che sia ugualmente diffusa nei diversi paesi europei.
Le regioni più coinvolte
Campania, Calabria e Molise sono le regioni più colpite dalla malapianta della corruzione sanitaria a livello di bandi pubblici in sanità (manchevoli persino a livello di meri adempimenti formali). Anche la Sicilia è tra le Regioni più arretrate. Le più trasparenti si trovano, invece, nel Nord Italia: l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia.
I possibili rimedi
Al primo posto tra le misure ritenute più efficaci per contrastare la corruzione i dirigenti segnalano la formazione e la sensibilizzazione del personale (51,8%), seguite dai maggiori controlli sulle procedure d’appalto (42,%).
“Su tutte le risposte – si legge nelle conclusioni del Rapporto – aleggia la certezza che la corruzione sia resa possibile e agevolata dal malfunzionamento della Pubblica Amministrazione, che crea pericoli interstizi all’interno dei quali possono insinuarsi le attività illecite, e che non siano sufficienti leggi e autorità di controllo per arginare e, soprattutto, per prevenire il fenomeno, ma che sia invece necessario procedere ad un’azione di semplificazione e informatizzazione delle procedure che limitino al massimo gli spazi di intervento”.
Infine una nota positiva di segno diverso: l’Italia si assesta comunque ai primi posti delle classifiche mondiali per la qualità del sistema sanitario, offrendo un servizio ad un costo pro capite relativamente contenuto.
Più trasparenza e informatizzazione secondo il Ministro della Salute
“Grazie al vigente Patto per la salute e al programma di revisione della spesa, riusciremo – rassicura il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin – ad avere nuovi strumenti contro la corruzione e recuperare ampi spazi di efficienza e di razionalizzazione dell’offerta. Sono convinta che il grande strumento contro la corruzione sia la circolazione, la condivisione e dunque la trasparenza dei dati. Per questo nel Patto per la salute 2014-2016 sono stati previsti non soltanto il rafforzamento dei controlli nelle aziende sanitarie, ma anche un Patto per la sanità digitale e un piano di evoluzione dei flussi informativi del Nuovo sistema informatico sanitario. Nella Legge di stabilità 2016 è stato introdotto l’obbligo per tutte le aziende sanitarie di effettuare acquisti in modo accentrato”.
Link utile: Report “Curiamo la corruzione”
Fonti: curiamolacorruzione.it, Ministero della Salute