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SIOL

Congresso nazionale SIOL- Società Italiana di Oftalmologia Legale

L’assenza di una legge nazionale che convalidi un metodo standardizzato per il riconoscimento delle disabilità visive comporta diverse problematiche medico-legali nell’ambito dell’oftalmologia

L’8 ottobre si è tenuto il 24° Congresso Nazionale della SIOL- Società Italiana di Oftalmologia Legale, in cui si è tenuta una Tavola Rotonda intitolata “Correlazione morfo- funzionale nella valutazione medico-legale. Punti, spunti e appunti sulla Legge 138/2001”.

L’argomentazione del tema della Tavola Rotonda si è svolta con unanime consenso del Consiglio Direttivo ospitante, senza relazioni preordinate e diapositive.

 Sia la SIOL che la SOI hanno proposto la tematica delicata levata dalle commissioni e dai professionisti ASL e INPS inerente alla non disposizione di una metodologia concordata ed omogeneamente riconosciuta che li accompagni nella formulazione del giudizio medico-legale di eventuali disabilità visive.

La legge 138 del 3 aprile 2001 “Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici” prometteva la creazione di un metodo che non è mai stato reso disponibile e che ha indotto molti professionisti all’uso della “conta della dita” e del “movimento della mano” per la verifica delle difficoltà visive e quindi di indicare con certezza se una persona vede realmente poco meno di 1/19 e poco più di 1/21.

L’assenza di una metodologia di certificazione condivisa e riconosciuta comporta anche una non protezione dei professionisti e delle commissioni nei contenziosi che molte certificazioni introduttive e decisioni scatenano una volta deliberate.

Il mondo della cecità civile è uno dei più discussi proprio per la mancanza di un metodo scientifico condiviso che permetta le diagnosi decisive.

La SOIL è riuscita a raccogliere anche dall’INPS il consenso sulla necessità di intraprendere in modo definitivo la strada per  l’avanzamento di una metodologia di valutazione delle difficoltà visive che sia moderna, standardizzata e di facile comprensione e che possa diventare fonte per l’aggiornamento della normativa di modo che si possano aggiungere valorizzazioni economiche anche per chi conserva un residuo visivo scarso ma ottimizzabile con il lavoro di riabilitazione in un Centro per l’ipovisione.

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