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Congiuntivite nel neonato e nel bambino: come trattare la patologia nei piccoli pazienti

La congiuntivite può affliggere tutti, anche pazienti che hanno pochi mesi di vita. Curarla in tempo è fondamentale per preservare la salute futura degli occhi.

Per congiuntivite nel neonato s’intende un’infiammazione congiuntivale insorta nel primo mese di vita. Nella maggior parte dei casi, le cause di una congiuntivite neonatale sono da ricondurre a microrganismi presenti nel canale cervicale al momento del parto.

È possibile venire a contatto con diverse forme di congiuntivite neonatale:

Le congiuntiviti chimiche sono provocate dall’azione di alcuni farmaci (nitrato d’argento e colliri antibiotici) che vengono applicati sulla congiuntiva del neonato al momento della nascita. I sintomi (iperemia, lacrimazione, nelle forme più gravi edema palpebrale) compaiono entro poche ore dopo il parto per poi risolversi nel giro di 24-36 ore.

La congiuntivite gonococcica, provocata da Neisseria Gonorrhoeae, si sviluppa entro 3-4 giorni dalla nascita in forma iperacuta e bilaterale. Il piccolo paziente presenta un marcato edema palpebrale, chemosi congiuntivale e secrezione muco-purulenta. Se non diagnostica e trattata in maniera repentina si possono verificare ulcerazioni corneali che possono compromettere il visus in maniera grave.

La congiuntivite da Clamidia (congiuntivite da inclusi) è la causa più frequente di congiuntivite neonatale, si presenta 5-14 giorni dopo il parto e i sintomi più frequenti sono: iperemia e chemosi congiuntivale, secrezione mucopurulenta, edema palpebrale e formazione di pseudomembrane, frequente il coinvolgimento corneale. Se non trattata, la cicatrizzazione congiuntivale e corneale può portare a cecità.

La congiuntivite di natura batterica è provocata nella maggior parte dei casi da Staphilococcus aureus ed Haemophilus influenzae e in generale batteri Gram-negativi, presenti in ambito ospedaliero. L’infezione si sviluppa di solito verso il quinto giorno dalla nascita con iperemia congiuntivale, edema palpebrale, e segni simili ad altre congiuntiviti. La terapia consiste nella somministrazione di colliri a base antibiotica.

La congiuntivite virale è provocata nella maggior parte dei casi da Herpes Simplex Virus (HSV) e insorge solitamente 6-14 giorni dopo la nascita, può essere mono o bilaterale. Ci può essere un interessamento anche della cornea. Il trattamento si avvale di farmaci antivirali.

La congiuntivite è piuttosto diffusa anche tra i bambini, riportando come cause principali le infezioni batteriche, virali e le allergie.

Le congiuntiviti batteriche sono facilmente riconoscibili perché oltre ai classici sintomi (rossore oculare, edema palpebrale, chemosi della congiuntiva, fotofobia) sono caratterizzata dalla comparsa di secrezioni dense e appiccicose di colorito giallastro, che spesso impediscono al piccolo (soprattutto la mattina al risveglio) di aprire facilmente gli occhi.

Le congiuntiviti virali (causate di solito da adenovirus o virus influenzali), sono caratterizzate da rossore, fotofobia, scarse secrezioni.

Le congiuntiviti allergiche sono provocate da pollini, polvere, o comunque dal contatto con sostanze a cui il bambino risulta sensibile. Sono caratterizzate da iperemia congiuntivale, lacrimazione più o meno intensa e prurito. Possono essere presenti anche altri sintomi quali rinite allergica e starnuti.

Altre cause di congiuntivite nel bambino possono essere la presenza di corpi estranei o il contatto con sostanze chimiche, in questi casi si potrà parlare di congiuntivite irritativa.

La congiuntivite infettiva è molto contagiosa, la sua trasmissione può avvenire facilmente attraverso il contatto diretto con il bambino o con oggetti con cui ha interagito e che quindi possono essere contaminati. Per evitare la diffusione della malattia negli ambienti frequentati da altri bambini, scuole o asili, è consigliabile tenere il piccolo paziente a casa fino a che non termina la terapia prescritta dall’oculista e non spariscano tutti i sintomi. Generalmente vengono prescritti farmaci sotto forma di colliri o unguenti oftalmici a base di antibiotici, antivirali, cortisonici o antistaminici, a seconda della causa che ha determinato l’insorgenza della congiuntivite.

Cosa fare in caso di congiuntivite nei bambini?

  • pulire sempre bene le mani quando si instilla il collirio al bambino;
  • rimuovere delicatamente le secrezioni oculari con una garzina sterile imbevuta magari di soluzione fisiologica, in modo da tenere gli occhi più puliti possibile;
  • evitare che il bambino strofini o tocchi gli occhi, soprattutto se ha le mani sporche;
  • se un membro della famiglia è affetto da congiuntivite dovrebbe evitare il contatto diretto con il bambino e non condividere con lui indumenti, asciugamani, lenzuola, ecc

Utili possono risultare anche gli impacchi fatti con acqua e camomilla o eufrasia, da applicare sulle palpebre un paio di volte al giorno per qualche minuto, la loro azione lenitiva e antinfiammatoria naturale, infatti, può essere particolarmente d’aiuto in caso di lievi irritazioni oculari o gonfiore palpebrale.

È bene ricordare che dopo la comparsa dei sintomi è necessario portare i piccoli pazienti presso un medico specialista, il quale dopo la diagnosi indicherà la cura più adatta.

L’argomento ti interessa? Leggi la scheda completa dell’oculista IAPB, clicca qui

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