La missione sostenuta da IAPB che porta l’assistenza oftalmologica proprio dove ce n’è bisogno concreto.
“Sono stato cieco per 3 anni e mezzo, poi grazie a un intervento in Germania ho completamente riacquistato la vista”: è la storia di Moise Tchapo, nato a Bassar, che dopo tale esperienza ha deciso di dedicarsi a una missione importantissima, quella di portare cure oftalmologiche in Togo. Nella regione settentrionale chi ha problemi di vista deve viaggiare per giorni, se non addirittura settimane, per poter raggiungere i pochissimi centri ospedalieri in grado di offrire le cure.
“Sebbene nella capitale Lomé sia possibile effettuare dei buoni interventi, nel resto della regione la situazione è molto complessa – spiega Tchapo – nella regione settentrionale, infatti, dove vivono circa 2 milioni di persone, non ci sono centri che possano offrire assistenza oftalmologica. Basti pensare che per trovare un ospedale con servizio oftalmologico bisogna percorrere circa 59 km per arrivare a Sokodé o 63 per arrivare a Kara”. Ecco perché Tchapo si è battuto per anni insieme all’associazione da lui fondata, Fondation Solidaire Terre d’Espérance Togo, al fine di colmare questo vuoto sanitario della sua terra. Una missione che è riuscita grazie alla collaborazione con la fondazione S.Francesco d’Assisi e con IAPB Italia: insieme, il sogno di Tchapo è diventato un progetto vero e proprio.
Dal 2016 l’associazione FON.T.ES – SO.T.ES – TOGO, grazie anche al contributo economico di IAPB Italia, ha effettuato degli screening di massa nei villaggi della zona di Bassar, promuovendo una cultura di prevenzione e di informazione sulle malattie legate alla vista.
“In Togo i problemi alla vista e la cecità sono considerati una punizione di Dio e per questo molte persone spesso tengono nascoste le loro difficoltà visive o decidono di non affrontarle” spiega ancora Tchapo, raccontando di come abbia usato la sua esperienza di vita proprio per spingere i suoi connazionali a vincere la paura. Ed è proprio raccontando la sua storia che Tchapo è riuscito a vincere la diffidenza iniziale locale, e i numeri lo confermano: “Nel 2016, con il prezioso contributo di IAPB Italia, siamo riusciti ad aiutare 900 persone, nel 2017 circa 1200, poi circa 2000 nel 2018 arrivando nel 2019 a sfiorare i 3000 pazienti”.
Nel giugno 2019, delle 138 persone che avevano bisogno di interventi chirurgici per patologie oculari, già 24 pazienti avevano completato l’iter, di cui “3 pterigio, 4 trichiasi e 17 cataratta, compresi i controlli finali dopo l’operazione all’ospedale di Kara”. “Sono tornati tutti a casa, pieni di gioia e con il sorriso sulle labbra – continua Tchapo – le persone affette da cataratta che vengono operate, sono persone con cataratta bilaterale o da trichiasi bilaterale e pterigio bilaterale. Tutte, quindi, adesso vedono meglio”.
“Abbiamo scelto questo ospedale considerando il costo dell’intervento chirurgico, ma anche la distanza tra le città, visto che alcuni avrebbero avuto bisogno dell’assistenza dei parenti dopo l’intervento o di tornare per i controlli” si legge nel comunicato del 2019 che
dava le buone notizie.
Il passo successivo, dunque, è stato aprire un ambulatorio proprio a Bassar. “IAPB Italia è stata al nostro fianco in questa impresa coraggiosa, permettendo così di inaugurare l’ambulatorio il 28 settembre 2020. Ogni giorno arrivano moltissime persone per sottoporsi a visite e cure” racconta Tchapo, riferendo numeri importanti. “In questi pochi mesi dall’apertura siamo riusciti ad aiutare già 52 persone, che hanno potuto sottoporsi a operazioni oftalmologiche”.
Un entusiasmo e una soddisfazione profondamente condivise dal Presidente della IAPB, avv. Giuseppe Castronovo. “Con il progetto che abbiamo realizzato in Togo, il nostro impegno per la prevenzione della cecità travalica i confini nazionali – ha infatti commentato Castronovo- anche un semplice intervento di cataratta può servire a ridare la vista e ci sono tante malattie oculari che potrebbero essere facilmente evitate adottando semplici misure di prevenzione, ma larghissima parte della popolazione rurale non può essere sottoposta a cure per il costo eccessivo degli spostamenti verso ambulatori e ospedali, per la mancanza di centri oftalmici”.
Ed è proprio per ovviare a queste difficoltà che “IAPB Italia ha scelto, con orgoglio e spirito di solidarietà, di sostenere l’associazione FON.T.ES – SO.T.ES –TOGO in questa meritoria azione di prevenzione e cura” ha aggiunto Castronovo. I risultati sono stati estremamente positivi, soprattutto se si considera che in questo ultimo anno il Coronavirus ha messo in difficoltà tutto il mondo.
“Abbiamo continuato a fare tutto il possibile, rispettando le limitazioni per arginare i contagi e le misure di sicurezza per il personale sanitario e per i pazienti”. Ora Moise Tchapo guarda con ottimismo al futuro: sono infatti in cantiere progetti di formazione del personale sanitario in loco e l’ampliamento del progetto scolastico volto a integrare i bambini non vedenti all’interno della comunità.