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Come prevenire l’occhio secco: i risultati di uno studio internazionale

Una ricerca pubblicata su “The Ocular Surface” ha indagato la prevalenza e i fattori di rischio dell’occhio secco su una vasta popolazione nei Paesi Bassi, allo scopo di ricostruire le basi eziologiche più comuni. Secondo lo studio, i sintomi del disturbo risultano più frequenti tra i giovani.

Uno studio prospettico di coorte eseguito sulla popolazione residente nel Nord dei Paesi Bassi [1] ha esaminato la prevalenza della sindrome dell’occhio secco, ovvero l’alterazione dell’equilibrio che regola la secrezione e la distribuzione del film lacrimale e che porta l’occhio a seccarsi.

Complessivamente, lo studio ha esaminato i comportamenti relativi alla salute di 79.866 persone di età compresa tra 20 e 94 anni, utilizzando una vasta gamma di procedure investigative per la valutazione biomedica, sociodemografica e per lo studio dei fattori comportamentali, fisici e psicologici, che contribuiscono alla salute della popolazione generale. Nello specifico, i casi di secchezza oculare sono stati esaminati attraverso il questionario “The Women’s Health Study Dry Eye”[2] su una popolazione composta per il 59,2% da donne.

Sul totale della popolazione, il 9,1% è stato designato come caso di secchezza ocularee i sintomi sono risultati prevalenti nella categoria più giovane, compresa tra 20 e 30 anni. In aggiunta, l’8,5% aveva avuto una precedente diagnosi clinica della sindrome dell’occhio secco, mentre il 3,2% utilizzava gocce oculari lubrificanti, un uso sempre più comune con l’aumentare dell’età. Il 3,7%, infine, presentava sintomi di secchezza oculare “spesso” o “costantemente”.

Ad uno sguardo d’insieme, le donne hanno presentato un rischio molto più elevato di sindrome dell’occhio secco rispetto agli uomini: una differenza presente in tutte le fasce d’età. Se, da una parte, i fumatori sono stati associati a tassi più bassi di secchezza oculare rispetto ai non fumatori, segnalando un apparente effetto protettivo del fumo, dall’altra, gli ex-fumatori hanno evidenziato tassi più elevati. Una maggiore attività fisica è stata poi associata ad una minore secchezza, mentre l’inquinamento atmosferico è stato collegato ad una maggiore associazione.

Forti associazioni con la sindrome dell’occhio secchio sono stati rilevati in molti disturbi presenti in quasi tutti gli apparati, evidenziando numerosi casi di comorbilità. Tra le malattie oculari associate, ad esempio, sono state rilevate il cheratocono, la congiuntivite allergica e il glaucoma. Parimenti, tra gli interventi oftalmici, la chirurgia del glaucoma e quella per la retinopatia diabetica hanno presentato le stime più alte dei rapporti di probabilità per la sindrome dell’occhio secco.

Anche l’uso delle lenti a contatto è stato considerato un importante fattore di rischio, risultato prevalente soprattutto nella categoria dei giovani adulti e, in particolare, nei soggetti di età inferiore a 40 anni. L’associazione è collegata in particolare all’uso di dispositivi portatili, come smartphone o tablet, particolarmente frequente in questa fascia di età.

Questo studio sottolinea, dunque, la grande diffusione della sindrome dell’occhio secco soprattutto nella fascia dei giovani e dei giovani-adulti rispetto a categorie di età più avanzata, evidenziando anche un’eziologia multifattoriale della sindrome dovuta alla comorbidità in tutti gli apparati.


[1] Jelle Vehof et. al, Prevalence and risk factors of dry eye in 79,866 participants of the population-based Lifelines cohort study in the Netherlands, in “The Ocular Surface”, Maggio 2020.

[2] Sul questionario cfr.: Gulati A., Sullivan R., Buring J.E., Sullivan D.A., Dana R., Schaumberg D.A., Validation and repeatability of a short questionnaire for dry eye syndrome, in “Am J Ophthalmol,” n. 142(1), Luglio 2006, pp. 125-31.

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