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Ci vediamo allo Zen

“Ci Vediamo allo Zen”: quando la sanità raggiunge i cuori dimenticati delle metropoli

Un’iniziativa che porta la salute visiva nelle periferie più fragili, unendo prevenzione, ricerca e comunità: oltre mille visite oculistiche e più di mille paia di occhiali donati nello storico quartiere palermitano.

L’impatto straordinario della tappa allo Zen

L’ultima tappa del progetto Ci Vediamo a …, nato dalla collaborazione tra le fondazioni IAPB Italia e Onesight Essilor Luxottica– iniziato nel quartiere Corviale di Roma nel 2023 e proseguito a Napoli nella zona di Scampia nel 2024 – è approdata a Palermo, nel quartiere dello Zen, superando ogni aspettativa. Come ha raccontato Tiziano Melchiorre, segretario generale di IAPB Italia ETS, i numeri parlano chiaro: sono state effettuate 1.143 visite oculistiche e donati ben 1.322 paia di occhiali da vista.

La risposta della comunità è stata così travolgente che sono state visitate in media più di 40 persone, un dato impressionante se si pensa che nelle tappe precedenti non si superavano le 30 visite giornaliere. «Non abbiamo mai avuto un’affluenza così alta» ha sottolineato Melchiorre, spiegando che l’iniziativa ha persino costretto gli organizzatori ad aumentare il numero di ore di attività ogni giorno per rispondere a una simile domanda.

Una scelta di cuore e di strategia: le aree marginali

La decisione di focalizzarsi su quartieri come lo Zen non è casuale. «Noi scegliamo le aree marginali di alcune città» ha spiegato Melchiorre, «quelle che esprimono maggiore bisogno o comunque zone dimenticate, spesso fisicamente marginali rispetto alla metropoli o al centro».

L’obiettivo è chiaro: portare un segnale concreto di presenza dove l’oculistica, culturalmente, è talvolta considerata un’attività “opzionale” o meno rilevante per la qualità della vita. «Più è povera la popolazione, sia da un punto di vista culturale sia economico, e minore è la prevenzione» ha evidenziato. Ci Vediamo a … punta proprio a invertire questa tendenza, portando la salute visiva nelle periferie più lontane dai centri economici e culturali.

Oltre la visita: prevenzione, cura e continuità assistenziale

Il progetto offre visite oculistiche complete per valutare l’intero stato di salute dell’occhio. Ma non si limita a questo. In caso di patologie più serie, diverse dai semplici vizi di refrazione, viene assicurato un “secondo livello” di specializzazione ulteriore, possibile grazie a una preziosa collaborazione con specialisti del territorio, in particolare delle strutture pubbliche e universitarie.

Allo Zen, ad esempio, lo staff medico oculistico è stato messo a disposizione dalla prof.ssa Vincenza Maria Elena Bonfiglio, Direttrice della Clinica Oculistica Universitaria del Policlinico P. Giaccone di Palermo. L’intento è creare una continuità assistenziale, evitando che l’intervento sia un episodio isolato e garantendo che le patologie più complesse siano seguite dalla sanità locale competente.

Ci Vediamo a …  non è solo assistenza, ma anche ricerca. Come ha rivelato Melchiorre, è in corso uno studio scientifico che confronterà le realtà socio-demografiche e sanitarie delle popolazioni di Corviale, Scampia e Zen. Lo studio utilizza questionari scientificamente validati, tra cui il primo in Italia sulla health literacy (alfabetizzazione sanitaria) in ambito oculistico, con domande come “Sai che cos’è la degenerazione maculare?” o “Sai cos’è il glaucoma?”.

Un altro questionario indaga lo stile di vita delle persone, esaminando consumo di alcol, attività fisica, alimentazione e uso di tabacco. I risultati, che si punta a pubblicare su una rivista internazionale indicizzata  nel 2026 – pur considerando i tempi lunghi dovuti a comitati etici e revisioni editoriali – promettono di fornire preziose informazioni sui livelli di conoscenza delle patologie oculari e sugli stili di vita nelle aree periferiche delle città italiane.

Il valore della comunità e lo sguardo al futuro

Il successo del progetto affonda le radici nel coinvolgimento delle associazioni locali, che godono di grande credibilità sul territorio. A Scampia e allo Zen, un ruolo cruciale è stato svolto da Caritas e parrocchie, in rete con altre realtà. «Se il progetto è calato dall’alto, lo scetticismo ne compromette i risultati» ha spiegato Melchiorre, «se invece è costruito insieme alle associazioni che quotidianamente gestiscono il bisogno e aiutano la popolazione, diventa tutto più facile».

Questo approccio partecipativo permette di integrare il progetto nel tessuto di attività già presenti, rafforzando l’impatto sul territorio.

Il progetto non si ferma qui: proseguirà anche nel 2026, con l’obiettivo di raggiungere altri capoluoghi e metropoli dove il disagio socio-assistenziale è maggiormente diffuso e il bisogno ha una “magnitudo” maggiore. «Andiamo nei luoghi in cui il fenomeno ha un impatto più grande, laddove le persone non hanno mezzi culturali ed economici per accedere ai servizi sanitari per tutelare la propria vista» ha concluso Melchiorre, delineando per l’iniziativa Ci vediamo a… “, una prospettiva di crescita costante.

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