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Censis: per la salute si spende di più di tasca propria

Si allungano le liste d’attesa in oculistica in Italia: in media nel pubblico circa tre mesi d’attesa

Nell’ultimo anno un italiano su cinque ha rinunciato o rinviato almeno una prestazione sanitaria per motivi economici: parliamo di 12,2 milioni di persone, con un incremento di 1,2 milioni rispetto al 2016 (+10,9%). Si allungano, inoltre, i tempi d’attesa nel pubblico, che per una visita oculistica raggiungono mediamente i tre mesi circa: se bisognava aspettare 70 giorni nel 2014, oggi sono saliti a 87 [indicativamente +24%, ndr]. Queste cifre sono contenute in una pubblicazione presentata a Roma il 7 giugno 2017 (VII Rapporto RBM Assicurazione Salute-Censis sulla Sanità Pubblica, Privata e Integrativa) dal titolo “Per tanti… Non più per tutti. La sanità italiana al tempo dell’universalismo selettivo”.

Si spende di più di tasca propria

La spesa sanitaria privata annuale (che ammonta, secondo il Censis, a 35,2 miliardi di euro) attesta – si legge nel Rapporto – “che oggi il fabbisogno sanitario degli italiani non trova piena copertura nell’offerta di servizi e prestazioni del servizio sanitario pubblico”.

Non potrebbe essere altrimenti, “visto che il doloroso ma necessario ripristino degli equilibri finanziari delle sanità regionali è proseguito con successo ricorrendo ad un taglio in termini reali della spesa sanitaria pubblica procapite” [[la Corte dei Conti ha quantificato in media in -1,1% annuale per il periodo 2009-2015]].

Nello stesso lasso di tempo in Francia la spesa sanitaria pubblica è cresciuta in termini reali in media dello 0,8% annuo e, in Germania, del 2% medio annuo. In rapporto al Pil la spesa sanitaria pubblica in Italia è pari al 6,8%, più bassa sia rispetto alla Francia (8,6%) che alla Germania (9,4%). [[La tendenziale erosione del Sistema sanitario nazionale italiano rischia di penalizzare la prevenzione, ndr]]

Scrive il Censis:

Gli italiani ormai devono ricorrere sempre più spesso all’acquisto di tasca propria di servizi e prestazioni sanitarie appropriate per esigenze che non trovano nel pubblico risposte adeguate, a causa della lunghezza delle liste di attesa che non smettono di allungarsi, o perché risiedono in un territorio in cui certe prestazioni non sono erogate o hanno una qualità inadeguata.

Eppure la sanità pubblica “resiste” sia a livello di gradimento che di qualità percepita dei servizi offerti. Il Censis ci dice infatti che il 64,5% degli italiani è soddisfatto del Servizio sanitario nazionale (SSN), mentre il 35,5% non lo è. [[Sono soddisfatti il 76,4% al Nord-Ovest, l’80,9% al Nord-Est, il 60,4% al Centro ed il 47,3% al Sud-Isole]] Il 31,8% dei nostri connazionali è convinto che nell’ultimo anno il SSN sia peggiorato, mentre per il 12,5% che sia migliorato e, infine, per il 55,7% che sia rimasto stabile.

I tempi s’allungano, rischi in vista

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Circa tre mesi d’attesa per una visita oculistica: è un record assoluto che assegna la maglia nera al Nord-Est (104 giorni), mentre il Sud e le Isole sono più “virtuose” (74 giorni); il Centro e il Nord-Ovest si attestano in parità con un valore intermedio (89 giorni ciascuno).

L’allungamento dei tempi di attesa – conclude il Censis – non è certo secondario rispetto al boom del privato e il ricorso ai soldi propri per pagarsi, in tempi molto più stretti, una visita specialistica privata. Con buona pace per il risparmio degli italiani, che di questi tempi si fa sempre più difficile.

Fonte: Censis 2017

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