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Censis edificio

Censis: come gli italiani vivono la sanità

Il nuovo rapporto sulla situazione del Paese: sette italiani su dieci pensano di poter curare da soli i piccoli disturbi

rapporto_annuale_censis-52o-logo-photospipa56e5c742a90c65cd9aebc6c0a6ba2c7.jpgÈ stato presentato il 7 dicembre a Roma il 52° Rapporto del Censis. Quando l’accesso alla sanità è difficile genera costi aggiuntivi, con la crescente sensazione di disuguaglianze e ingiustizie [[accompagnato da un crescente risentimento o rabbia]]. Troppo di rado il medico specialista è fonte d’informazione sanitaria: solo in 18 casi su 100.

Più della metà degli italiani (54,7%) ritiene che in Italia le persone non abbiano ovunque le stesse opportunità di diagnosi e cure. [[Lo pensa il 58,3% dei residenti al Nord-Est, il 53,9% al Sud, il 54,1% al Centro e il 53,3% al Nord-Ovest.]] Emblematici sono i dati sul grado di soddisfazione rispetto al Servizio sanitario della propria Regione: il valore medio nazionale del 62,3% oscilla tra il 77% al Nord-Ovest, il 79,4% al Nord-Est, il 61,8% al Centro e il 40,6% al Sud e nelle isole.

Cresce il fai-da-te: più fiducia nel web rispetto ai medici specialisti

Nella tutela della salute e nel rapporto con la sanità è sempre più diffuso il principio del fai-da-te, nel solco del sapere esperto. Sono 49,4 milioni le persone che soffrono di piccoli disturbi che condizionano la funzionalità e la qualità della loro vita quotidiana.

farmaci-blister_vuoto_compresse_sfondo_rosso-photospipd127bb29d74153df6aca4b300bac5ab1.jpgIl 73,4% degli italiani si è detto convinto che sia possibile curarsi da soli quando sono colpiti da lievi disturbi (con un incremento del 9,3% rispetto al 2007). Il 56,5% ritiene che sia possibile curarsi autonomamente perché ognuno conosce i propri piccoli disturbi e le risposte adeguate, il 16,9% perché è il modo più rapido. Nonostante la crescita del web (28%), i principali canali informativi degli italiani rimangono il medico di medicina generale (53,5%), il farmacista (32,2%) e il medico specialista (17,7%).

Uno dei terreni su cui maggiormente si esprime l’autoregolazione della salute è quello del ricorso a farmaci da automedicazione: infatti, è la maggioranza degli italiani a curarsi con questi. Le conseguenze per la qualità della vita delle persone e per la funzionalità dei lavoratori sono rilevanti. Sono 17,6 milioni gli italiani che l’ultima volta che hanno avuto un piccolo disturbo hanno preso un farmaco da banco: una scelta che si è rivelata decisiva perché hanno potuto continuare a svolgere le attività che altrimenti avrebbero dovuto lasciare.

Fonte di riferimento: Censis

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