Cataratta, nuova tecnica diagnostica spaziale
L’Istituto oculistico statunitense (Nei) e la Nasa hanno messo a punto un test laser per il cristallino
13 gennaio 2009 – Un raggio laser che arriva dalla ricerca spaziale per capire se si sta formando la cataratta. Non è l’ultima puntata di Star Trek, ma una nuova tecnica messa a punto dall’Istituto oculistico statunitense (National Eye Institute) e dalla Nasa. poiché l’opacizzazione del cristallino è dovuta alla formazione di nuovi cristalli nocivi, grazie a un fascio di luce coerente si può sapere in anticipo se si va incontro alla cataratta, prima causa di cecità reversibile al mondo.
Infatti, un corretto stile di vita può contribuire a ridurre la progressione della malattia oculare: diminuire l’esposizione al sole (o proteggersi con occhiali scuri), smettere di fumare, tenere sotto controllo la glicemia e ridurre l’assunzione di alcuni medicinali (come il cortisone o alcuni antibiotici) potrebbe essere una buona idea dopo aver ricevuto l’approvazione del medico specialista. però la diagnosi precoce è fondamentale. Tra l’altro ci si è resi conto che il cristallino contiene un fattore contro la cataratta: si tratta questa volta di proteine trasparenti chiamate alpha-cristalline (contenute nella lente naturale del nostro occhio al pari delle beta cristalline).
Durante lo studio – pubblicato su Archives of Ophthalmology -, condotto su 380 occhi di persone tra i 7 e gli 86 anni, ci si è resi conto che meno il cristallino era trasparente e meno erano presenti le proteine alpha-cristalline (questo è vero, in particolare, per gli anziani). Le minime variazioni di trasparenza, tuttavia, non sono attualmente rilevabili con gli strumenti ordinari.
Questa nuova tecnica, basata sulla diffusione della luce (dynamic light scattering o DLS), è stata sviluppata inizialmente dalla Nasa per studiare la crescita dei cristalli proteici in assenza di gravità. Dallo spazio è ‘scesa’ sulla Terra per risolvere un problema molto pratico: “Capendo il ruolo dei mutamenti delle proteine nella formazione della cataratta – ha concluso Rafat R. Ansari della Nasa – possiamo usare il cristallino non solo per monitorare la malattia oculare, ma anche come ‘finestra’ sulla salute dell’intero organismo”.
Fonte: National Eye Institute statunitense.
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