Nacque in Francia il 4 gennaio del 1809. Fu ideatore di un sistema basato su una matrice di 6 punti
È un “privilegio” dei non vedenti poter toccare le parole con i polpastrelli, tradotte in una matrice di sei punti grazie a Louis Braille. A soli vent’anni questo francese ebbe un’idea folgorante: semplificare la scrittura tradizionale per chi aveva perso la vista.
Punzonando i fogli di carta si potevano così scrivere e poi leggere tutte le lettere dell’alfabeto, usando semplicemente il tatto. Non solo, ma i suoi caratteri puntiformi sono stati impiegati anche per i numeri e le note musicali.
Una vita per punti
Braille nacque in Francia (a Coupvray) il 4 gennaio 1809. A soli tre anni, giocando nella bottega del padre ciabattino, un punteruolo gli si conficcò in un occhio: l’infezione, che si estese anche all’altro occhio, ne causò la cecità assoluta.
Il piccolo francese entrò a 10 anni in una scuola per non vedenti (Istituto dei Ciechi di Parigi) dove si imparava a leggere toccando con i polpastrelli le lettere tradizionali in rilievo; questo metodo consentiva però ai non vedenti di leggere molto più lentamente rispetto ai vedenti.
Nel 1827 Braille iniziò a insegnare nella stessa scuola per ciechi che aveva frequentato. Avendo bene in mente le esigenze dei suoi allievi, nel 1829 – parlando con un militare – ebbe l’idea di semplificare moltissimo la notazione alfabetica grazie a una griglia di due punti in orizzontale e tre in verticale (la lettera A è rappresentata con solo un punto in alto a sinistra, la B con due punti incolonnati in alto nella prima colonna, la C con due punti disposti orizzontalmente sulla prima riga della matrice, ecc.).
Louis Braille sarebbe poi morto per una grave forma di tubercolosi a 43 anni. Cent’anni dopo il suo decesso (avvenuto nel 1853), la sua salma fu traslata nel Pantheon di Parigi in virtù della sua magnifica opera in favore dell’umanità.
Una tecnica a potenziale beneficio di milioni di persone
Attualmente nel mondo vivono, secondo una stima OMS, 39 milioni di ciechi. Potenzialmente tutti potrebbero imparare l’alfabeto braille, ma in molti casi non ci sono i mezzi o la volontà di farlo.
“Il braille è la vista dei ciechi, in quanto esso – ha affermato l’avv. Giuseppe Castronovo, Presidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus – consente l’istruzione, l’acculturamento e, con essi, la possibilità del lavoro e di percorrere la via maestra per l’integrazione nella società”. Dunque ha consentito il rafforzamento dell’attività di tutti i non vedenti.
Tuttavia l’insegnamento dell’alfabeto braille dovrebbe essere esteso perché, ancora oggi, si stima che nella stessa Francia solo due non vedenti su dieci sappiano farne uso. In Italia, allo scopo di diffonderlo, è stato fondato nel 2003 il Club italiano del Braille. Inoltre nel 2009 è stata creata a Roma l’Associazione Club Italiano del Braille. Tra i membri fondatori si annoverano la IAPB Italia onlus, l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, la Biblioteca Italiana per Ciechi Regina Margherita di Monza, la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, l’Istituto per Ciechi Francesco Cavazza, l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione, la Stamperia Braille di Catania e la Fondazione Helen Keller.
L’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti spiega:
Il ruolo del braille ha conosciuto una profonda evoluzione da alcuni anni. L’informatica adattata ci ha aperto dei nuovi orizzonti nella nostra vita personale o professionale. Tuttavia, questa tecnologia geniale non è ancora utilizzata in modo ottimale. Per esempio, c’è ancora molto da fare per adattare le biglietterie automatiche, per dare ai non vedenti un accesso immediato ai documenti amministrativi, per stimolare gli analisti ad associare un testo alle immagini, per trascriverne il contenuto o avvertire l’utente che un’immagine è stata inserita.
Ricordiamo infine che ogni anno, il 21 febbraio, si celebra in Italia la Giornata nazionale del Braille (istituita con Legge n. 126/2007) “quale momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti”.
Fonti principali: Biografie on line, Uici