Sono Campania, Lazio e Calabria: l’assistenza integrata agli anziani è ancora considerata insufficiente
L’assistenza domiciliare viene bocciata dalla Corte dei Conti in tre regioni italiane: Campania, Lazio e Calabria [[in Campania si raggiunge appena lo 0,87 per mille rispetto al valore soglia di 1,8 per mille abitanti, nel Lazio 1,32 per mille e in Calabria 1,43 per mille]]. Ci può essere una tendenza al miglioramento, ma comunque l’invecchiamento demografico italiano imporrebbe che questo servizio venga garantito oggi già ovunque in Italia attraverso il Sistema sanitario nazionale.
Un Paese per vecchi
Secondo dati Istat, infatti, nel Belpaese 22 persone residenti su 100 hanno almeno 65 anni. Naturalmente le persone anziane tendono essere colpite maggiormente da malattie croniche e a soffrire di diverse patologie contemporaneamente (comorbidità). Si pensi che lo scorso anno l’età media registrata nel nostro Paese sfiorava i 45 anni.
La speranza di vita in buona salute alla nascita si attesta intorno a 58,2 anni (dati Istat 2015). Gli anni trascorsi in salute a partire dai 65 anni – ossia senza gravi malattie e/o disabilità – sarebbero però inferiori alla media europea.
Scrive la Corte dei Conti:
L’assistenza domiciliare agli anziani risulta ancora insufficiente, anche se in recupero, in alcune Regioni in Piano (Campania, Lazio, Calabria). Insufficiente anche l’offerta di posti equivalenti in strutture residenziali per anziani non autosufficienti […], con punte minime dello 0,63 in Campania e 0,72 Molise rispetto ad un valore soglia del 9,8 per mille. Il monitoraggio evidenzia carenza nella dotazione di posti equivalenti nelle strutture residenziali e semiresidenziali per disabili, nonché nella dotazione di posti letto in strutture hospice.
Permangono forti differenze regionali
Mondi sanitari diversi coesistono nella stessa nazione. Non solo – come precedentemente sottolineato dallo stesso Ministero della Salute – si configura uno scenario a macchia di leopardo, ma permane l’ormai assodato divario tra Nord e Sud.
La Corte dei Conti osserva che sono quattro le Regioni considerate migliori sul piano dei servizi del Servizio sanitario nazionale: Trentino, Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Però in queste stesse aree si ha il livello di spesa privata per abitante più alta, all’incirca doppia rispetto a quelle con minore capacità di spesa privata [[Campania, Sardegna, Calabria]]. Insomma, nelle stesse quattro Regioni del Nord Italia l’economia della salute sembra essere più sana sia nell’ambito pubblico che in quello privato.
Fonti: Panorama della Sanità, Corte dei Conti, Istat