Antiossidanti, un’arma contro la cecità Riducono la probabilità di contrarre l’AMD quando si è anziani Gli antiossidanti possono essere un’arma preziosa per prevenire la degenerazione maculare legata all’età (AMD) – una malattia oculare che colpisce il centro della retina –, soprattutto quando si è esposti frequentemente alla luce solare. A sostenerlo sono ricercatori della School of Hygiene & Tropical Medicine di Londra. Ben 4.753 persone con più di 65 anni sono state selezionate casualmente in Norvegia, Estonia, Inghilterra, Francia, Italia, Grecia e Spagna. L’età media dei partecipanti è stata di circa 73 anni (donne nel 55% dei casi). Durante lo studio è stato fotografato il fondo oculare (la retina) e sono stati effettuati dei prelievi sanguigni per conoscere il livello di antiossidanti. Inoltre sono stati fatte interviste per capire le abitudini di vita (grado d’istruzione, impiego di alcol e di fumo – che favorisce l’insorgere dell’Amd –, storia medica, tempo trascorso fuori casa, ecc.). Naturalmente è stato chiesto se si usassero occhiali, in particolare quelli scuri, oppure lenti a contatto. “I risultati – scrive l’università londinese – indicano che le persone con livelli di antiossidanti più bassi nel sangue sono più a rischio di contrarre l’Amd”. Dunque viene consigliato, particolarmente alle persone di mezza età, di proteggere i propri occhi dal sole e di assicurarsi che la dieta contenga le giuste sostanze nutritive e gli antiossidanti (per prevenire l’Amd è opportuno consumare pesce, noci, verdure a foglie verde…). L’occhio è particolarmente vulnerabile ai danni provocati dalla luce solare se non si fa ricorso a protezioni adeguate: soprattutto in caso di riverbero è opportuno ricorrere a filtri a norma di legge. “La radiazione ultravioletta – osserva l’università inglese – viene assorbita dal cristallino, ma la luce visibile ovvero quella ‘blu’ penetra fino alla retina e ci consente di vedere. Una protezione dagli effetti dannosi di questa luce viene fornita dalle vitamine antiossidanti C ed E, dai carotenoidi (luteina e zeaxantina) che la filtrano e dallo zinco”. “Non stiamo dicendo alla gente – precisa il Prof. Astrid Fletcher, che insegna epidemiologia dell’invecchiamento presso la London School of Hygene – di evitare il sole. I benefici della luce solare sono ben documentati, in particolare il suo ruolo nella sintesi della vitamina D”. Inoltre, conclude il docente, “non stiamo neanche raccomandando di assumere i complementi alimentari. È certamente possibile raggiungere le dosi giornaliere consigliate di questi antiossidanti essenziali seguendo una dieta equilibrata”.
Fonte: Londol School of Hygene and Tropical Medicine
Pagina pubblicata il 21 ottobre 2008.
Ultima modifica: 16 ottobre 2015