Quando i difetti visivi possono diventare un campanello d’allarme per la demenza e l’Alzheimer: il caso studio pubblicato sull’Ophthalmology Times.
Secondo Robert C. Sergott, direttore del Servizio di Neuro-Oftalmologia al Wills Eye Hospital e direttore e CEO dell’Annesley EyeBrain Center alla Jefferson University di Philadelphia, Pennsylvania, segni e sintomi della malattia di Alzheimer che si rivelano negli occhi potrebbero divenire occasioni di diagnosi precoci.
Con malattie quali il morbo di Alzheimer o il morbo di Parkinson, i pazienti possono presentare un quadro oftalmologico con diversi disturbi visivi associati alla retina, al nervo ottico e al sistema visivo posteriore nei lobi temporali e parietali.
Il caso studio descritto dal Dott.Sergott e pubblicato sull’ Ophthalmology Times riporta il caso di un paziente uomo di 68 anni che aveva presentato una progressiva costrizione del campo visivo per un arco di tempo della durata di due anni e l’incapacità di guidare di notte per circa un anno e mezzo.
Il soggetto, inoltre, aveva descritto la presenza di lampi di luce che modificavano il visus durante il giorno.
Sergott ha spiegato che la costrizione del campo visivo implica un difetto nella retina, nel nervo ottico e nel lobo occipitale, mentre la fotofobia è un problema retinico o corticale.
I campi visivi che presentano problematicità possono essere presi in considerazione come primi sintomi della malattia d’Alzheimer.
I pazienti che si presentano con sintomi prevalentemente inerenti al campo visivo possono avere un’atrofia corticale posteriore.
Gli esperti non sono concordi sull’indicare l’atrofia corticale posteriore come una forma pura della malattia di Alzheimer, ma Sergott invita i colleghi a chiedersi se alcuni sintomi isolati non facciano parte di un quadro più complesso.
“Una ragione per l’insoddisfazione post-operatoria con una buona VA Snellen può essere la malattia di Alzheimer” ha ribadito il medico “la radice dell’insoddisfazione può essere costituita da problemi sottili come difficoltà a leggere e trovare le parole e una lieve perdita di memoria a breve termine”.
A questo proposito il Dott. Sergott presenta L’ERG multifocale come il test più sensibile per identificare le anomalie retiniche nei pazienti con sindromi di demenza. “Quando questi pazienti si presentano, la malattia di Alzheimer dovrebbe essere sospettata. Speriamo che nel corso del 2021 alcuni trattamenti diventino disponibili” conclude “la maggior parte dei trattamenti, infatti, funzionano meglio quanto prima vengono istituiti. Prima si agisce e meno la malattia distrugge la maggior parte del cervello e un ampio segmento della funzione della retina e del nervo ottico. Gli oftalmologi possono essere la chiave per mettere in moto il processo diagnostico”.