Fondazione GIMBE: spesa pubblica in riduzione, salute dei cittadini più a rischio
Una riduzione della spesa pubblica destinata alla sanità, troppi sprechi, Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA) non considerati con sufficiente attenzione nella loro portata. Sono alcuni degli aspetti spinosi evidenziati il 2 marzo 2018 a Bologna dalla Fondazione GIMBE [[organizzazione indipendente che promuove la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica]] in occasione della sua 13ª Conferenza Nazionale. L’auspicio è sostanzialmente quello di un rilancio del Servizio Sanitario Nazionale.
La Fondazione stima, per il 2025, un fabbisogno del Sistema sanitario nazionale di 210 miliardi di euro: lo ha sottolineato il Presidente del GIMBE Cartabellotta, il quale ha anche evidenziato che la spesa sanitaria è in riduzione in rapporto al Prodotto interno lordo italiano (secondo le previsioni ufficiali passerà dal 6,7% del 2017 al 6,3% del 2020). Cartabellotta ha spiegato:
Questi dati, seppure non vanno letti come la conseguenza di un piano occulto di smantellamento e privatizzazione del SSN, testimoniano indubbiamente l’assenza di un preciso programma politico per il suo salvataggio, confermata anche dalla recente analisi dei programmi elettorali condotta dalla Fondazione GIMBE. L’Italia ha ancora un servizio sanitario di eccellenza, ma sono tanti gli elementi di sofferenza.
Ci sono persino italiani che rinunciano alle cure, ma non sono così tanti come si teme. Gli indicatori ci mostrano che poco più di 7 italiani su 100 rinunciano almeno a una prestazione sanitaria nel corso dell’anno, un dato simile alla media europea; questa percentuale è tuttavia salita da circa il 6% al 7,4% .
Comunque è sicuramente in aumento la spesa per la sanità da parte dei cittadini (spese di tasca propria). Un campanello d’allarme che dovrebbe far riflettere.
Fonte principale: GIMBE