Acceso un interruttore molecolare contro la cecità Cavie di laboratorio affette da retinite pigmentosa hanno recuperato parzialmente la vista
30 giugno 2010 – Esiste un ‘interruttore molecolare’ che potrebbe consentire ai malati di retinite pigmentosa , un gruppo di malattie genetiche degenerative, di recuperare parzialmente la vista. Infatti questa malattia oculare provoca inizialmente la morte dei bastoncelli, mentre i coni – i fotorecettori che consentono la visione centrale – si ‘addormentano’ solo nelle ultime fasi della patologia. Fortunatamente la funzionalità di questi ultimi può essere riattivata sfruttando una particolare proteina, l’alorodopsina: è ciò che hanno fatto ricercatori svizzeri, tedeschi, americani e francesi in uno studio condotto sulle cavie di laboratorio e poi pubblicato on-line su Science . Così si è ripristinata la sensibilità alla luce nei topi ciechi: è stata riattivata quella cascata di reazioni molecolari che consentono ai fotoni di essere convertiti in impulsi bioelettrici dalla retina, per poi giungere alla corteccia cerebrale attraverso le vie ottiche . Come scrivono più tecnicamente i ricercatori, “i fotorecettori risensibilizzati attivano tutte le vie retiniche dei coni”: si è osservato così che gli animali avevano un comportamento giustificabile solo con un recupero (parziale) della vista. Anche sugli esseri umani questo approccio potrebbe dare qualche risultato positivo: i ricercatori hanno osservato che, su retine vive, l’alorodopsina può riattivare i coni umani insensibili alla luce; per questo sono stati identificati dei pazienti ciechi affetti da retinite pigmentosa su cui testare la nuova terapia. Ora bisognerà attendere la sperimentazione sugli esseri umani e i relativi risultati.
Fonti: Science , Le Scienze, Scuola Normale Superiore di Pisa.
Ultima modifica: 5 marzo 2013