individuare oggetti ed altri esseri viventi, riuscendo così a muoversi agevolmente negli abissi. Gli scienziati già hanno ‘fiutato’ le potenzialità di una tecnologia capace di riprodurre questa straordinaria dote naturale, che serve naturalmente anche per localizzare le prede: sicurezza portuale, sorveglianza subacquea, rilevamento anticipato degli tsunami, messa a punto di attrezzature per ispezionare pozzi petroliferi, navigazione sottomarina e ricerca oceanografica. Ma non si può escludere che, un giorno, anche i non vedenti potranno sfruttare questo dispositivo (ora solamente sperimentale) per compiere più agevolmente le immersioni nelle profondità marine.
Fonte: Georgia Institute of Technology (