Leggere il rischio ipertensione nel
Dna con un chip Il progetto Hypergenes prevede screening genetici su 4mila soggetti
6 febbraio – Il rischio ipertensione è celato nel nostro Dna, ma in
futuro verrà messo a punto un chip per svelarlo. ù quanto si propone il
progetto di ricerca Hypergenes presentato
ieri a Milano, coordinato dall’Università degli Studi della stessa città e sostenuto
dall’Unione europea con un finanziamento di oltre 10 milioni e duecentomila
euro.
Verranno effettuati screening genetici su 4mila soggetti con
una pressione sanguigna troppo elevata o normale: solo così si potrà valutare
il rischio di contrarre l’ipertensione arteriosa programmata dai nostri geni,
andando alla ricerca di un milione di tracce contenute nel nostro Dna.
Una sorta di ‘oracolo’
scientifico, insomma, che si potrà conoscere per prevenire e curare disturbi
tempestivamente, consentendo di scegliere i farmaci migliori per ogni paziente,
determinando al contempo il momento più opportuno per l’inizio di un’eventuale terapia
(dietetica o a base di medicinali). Insomma: la medicina del futuro sarà
probabilmente sempre più spesso ritagliata sul singolo individuo e sulle
caratteristiche scritte nel genoma.
La pressione sanguigna troppo
alta può provocare, a livello oculare, una retinopatia ipertensiva che, nelle
forme gravi, può danneggiare la retina, a causa di microemorragie periferiche,
essudazioni ed un edema della testa del nervo ottico (ossia un suo
rigonfiamento). In questo caso, ovviamente, il fondo oculare presenta delle
alterazioni. Più in generale l’ipertensione provoca soprattutto problemi a
livello vascolare: la pressione del sangue più elevata comporta danni non
sempre reversibili.