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Il senatore Giovanni Satta commenta il Consensus Paper ‘Stati Generali delle Malattie Oculari’

Stati Generali delle Malattie Oculari: nasce un’agenda condivisa per la salute visiva

Importante mantenere un forte presenza dell’oculistica all’interno del SSN. Se non interveniamo oggi tra dieci anni il numero dei disabili visivi potrebbe raddoppiare. Una visita oculistica fatto per tempo può evitare ipovisione e cecità” dice il senatore Giovanni Satta commentando il Consensus Paper ‘Stati Generali delle Malattie Oculari’ ed offrendo una visione strategica per l’oftalmologia italiana.

Recentemente, a valle degli Stati Generali delle Malattie Oculari promosso dall’Intergruppo Parlamentare per la Prevenzione e la Cura delle Malattie degli Occhi, è stato pubblicato il primo Consensus Paper di policy sanitaria per le patologie oculari. L’iniziativa ha avuto la collaborazione della Fondazione Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia Ets, la Società Italiana delle Scienze Oftalmologiche, l’Associazione Italiana Medici Oculisti.

Un risultato corale, frutto del coinvolgimento di tutti gli stakeholder istituzionali, clinici, scientifici, sociali e sanitari volto a individuare criticità e opportunità della sanità oftalmologica al fine di tutelare la salute visiva della popolazione.​ IAPB Italia ha confermato il suo ruolo di volano della tutela visiva, non solo promuovendo e sostenendo gli Stati Generali, ma soprattutto offrendo il proprio contributo per una rinnovata visione del sistema delle cure, in cui la prevenzione visiva rappresenti il punto di partenza delle cure e la riabilitazione il terminale, utilizzando al meglio le opportunità offerte dalla tecnologia.​

Dal confronto è emersa la necessità di un cambio di paradigma nell’approccio alla salute visiva, alla luce di uno scenario demografico in rapido mutamento e di un bisogno crescente di presa in carico continuativa, innovativa ed equa.

La visione strategica

“L’oculistica è un ambito troppo spesso sottovalutato”, ha dichiarato il senatore Giovanni Satta, membro della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) e della 4ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea).

“La precedenza nei finanziamenti viene accordata a prestazioni salva-vita e quelle oculistiche raramente lo sono. C’è, però, una mancanza di lungimiranza in queste decisioni. Le malattie che minacciano la vista, infatti, comportano costi sociali e personali altissimi, sia diretti – come il sostegno di invalidità e la perdita di autonomia –  sia indiretti – per il mancato guadagno e la riduzione delle possibilità di lavoro delle persone affette. A fronte di questo – sottolinea Satta – gli investimenti che sarebbero necessari per la prevenzione di cecità e ipovisione sono relativamente circoscritti, soprattutto se paragonati ai risparmi che sono in grado di garantire”.

“Ciò è particolarmente vero ed urgente se guardiamo al quadro epidemico: le malattie oculari croniche che causano cecità stanno aumentando rapidamente e colpiscono milioni di italiani: è indispensabile dare risposte concrete, con una visione nazionale omogenea, dalla prevenzione alla presa in carico del paziente. La cura degli occhi non può essere un lusso: è un diritto che va garantito attraverso il Servizio Sanitario Nazionale”.

“Abbiamo il dovere di investire sulla prevenzione come strumento di equità –  prosegue Satta –. Una visita oculistica fatto per tempo può evitare ipovisione e cecità”.

Tecnologia e umanità

“Un ruolo di rilevanza cruciale lo rivestono, sia in ottica di prevenzione che di efficienza di cure, diagnosi e follow up, anche le strumentazioni tecnologiche. In primis le dotazioni di telemedicina, che possono migliorare la partecipazione agli screening e l’accesso alle diagnosi, superando problematiche logistiche, in particolare per quanto riguarda la popolazione che vive nelle aree marginali. Altre tecnologie giocheranno un ruolo importante nel potenziare la chirurgia ambulatoriale, nel fare da snodo nel trasferimento dall’ospedale al territorio, nel rendere più efficace la formazione di nuove generazioni di oculisti e nel fornire strumenti all’avanguardia alle strutture specialistiche, non ultimi i software AI. Ognuno di questi passaggi, però, è e sarà subordinato ad una visione organizzativa capace di declinare i punti di forza delle tecnologie sui bisogni e le fragilità dell’utenza e le competenze degli operatori.  Per questo, ogni innovazione digitale sarà, prima di tutto, un’innovazione manageriale costruita attorno alle persone”.

Dal Consensus Paper un’agenda per la riforma del comparto oftalmologico

Il documento propone una piattaforma articolata di interventi su cinque assi prioritari:​

  1. Prevenzione e screening sistematici​
  2. Accesso all’innovazione terapeutica​
  3. Riorganizzazione tra ospedale e territorio​
  4. Formazione e aggiornamento tecnologico​
  5. Valorizzazione dei dati e della ricerca clinica​

In questo orizzonte, un ruolo di rilievo nazionale lo detiene, per esempio, l’attività di prevenzione e riabilitazione visiva svolta dalla fondazione IAPB Italia ETS che attraverso campagne di prevenzione e di educazione sanitaria, diffonde la profilassi visiva tra la popolazione, migliorando così la compliance sulla tutela della salute pubblica visiva.  

Nel paper si sottolinea, inoltre, il peso delle maculopatie, della retinopatia diabetica e del glaucoma come emergenze improcrastinabili all’interno di un SSN caratterizzato da carenze assistenziali e organizzative, generando un impatto straordinario sui pazienti e le loro famiglie, che richiedono risposte sistemiche e coordinate, a partire dall’inclusione di specifici esami diagnostici per la loro diagnosi precoce e delle terapie nei Livelli Essenziali di Assistenza, semplificando i percorsi di cura.

“Bisogna intervenire con determinazione sui meccanismi che generano liste d’at­tesa sempre più lunghe – riprende Satta – attraverso la riorganizzazione del sistema delle cure, che possa distribuire diversamente le atti­vità tra ospedale e territorio, individuando centri dedicati a particolari attività chirurgiche verso le quali far convergere l’intera domanda delle prestazioni. Un’opportunità da cogliere è rappresentata dalle case di Comunità”

Una sanità “One Health” anche per la vista

A completare il quadro, il Consensus propone una visione One Health dell’oftalmologia, che tenga conto degli stili di vita, dell’impatto sociale di ipovisione e cecità e dell’integrazione tra medici di famiglia, farmacisti e specialisti. Fondamentale sarà anche la formazione delle nuove generazioni di oculisti e l’accesso ai fondi del PNRR.​

“Se non interveniamo oggi – prosegue il senatore –  tra dieci anni il numero dei disabili visivi potrebbe raddoppiare. Questo Consensus Paper rappresenta un punto di partenza per un’alleanza strategica che coinvolga istituzioni, scienza e cittadini”.

Il traguardo normativo

“Il DdL 483, del quale sono relatore e che è, attualmente, all’esame della X Commissione del Senato, accoglie e trasforma in proposta di legge il bisogno di cambiamento: mira, per esempio, ad introdurre standard minimi di diagnosi e cura, la creazione di un registro nazionale delle patologie oculari, il sostegno all’adozione di terapie avanzate e il potenziamento della telemedicina e della chirurgia ambulatoriale”. ​

“È un traguardo ambizioso, perché richiede il reperimento di coperture finanziarie in un periodo di ristrettezze che le recenti e continue tensioni internazionali hanno ulteriormente acuito. Ciononostante il mio impegno rimane invariato per trovare le risposte giuste dal MEF e garantire un forte e solida presenza dell’oculistica all’interno del SSN negli anni e per le generazioni a venire”.

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