In base ai dati dello studio pubblicato su “Neurology”, i pazienti affetti da Parkinson presentano una maggiore probabilità di sviluppare disturbi oculari.
La malattia di Parkinson presenta un rischio per la compromissione della salute della vista. Infatti, la riduzione della dopamina retinica di innervazione dopaminergica della corteccia visiva è strettamente collegata alla malattia.
Le problematiche riscontrate sono varie: un controllo oculomotorio ridotto, una forte sensibilità al contrasto, un’alterazione della visione dei colori e un deficit delle funzioni visuo-spaziali.
Purtroppo, però, i sintomi oftalmologici sono spesso sottostimati e trascurati in questa tipologia di pazienti.
Lo studio olandese pubblicato su “Neurology” e realizzato dal Centro medico dell’Università Radboud di Nijmegen, ha individuato la presenza di una vasta gamma di sintomi oftalmologici analizzando un campione di 848 pazienti affetti da Parkinson.
Il campione è stato messo a confronto con un gruppo di controllo di 250 persone sane con un’età media di circa 70 anni. Lo studio è stato condotto attraverso un questionario noto come “Visual Impairment in Parkinson’s Disease Questionnaire”, che si concentra su quattro aree: superficie oculare, intraoculare, oculomotoria e nervo ottico.
I ricercatori hanno così scoperto che l’82% dei pazienti riportava uno o più sintomi oftalmologici rispetto al 48% del gruppo di controllo: la secchezza oculare è il disturbo maggiormente riscontrato e può causare riduzione della vista e della difficoltà di lettura.
Altri sintomi rilevati sono stati una compromessa sensibilità al contrasto e una riduzione della visione dei colori: circa il 26% dei pazienti ha riportato problemi durante la lettura di un testo su sfondo grigio o colorato, l’11% non ha rivelato l’intensità dei colori stessi.
Tra gli ulteriori sintomi segnalati si riscontra la diplopia. La ragione di queste insufficienze deriva da deficit nelle vie oculomotorie nel tronco cerebrale, nei gangli della base e nei lobi frontali. Alcune di queste problematiche sorgono dalla deplezione della dopamina o dall’interessamento corticale all’interno del processo neurodegenerativo del Parkinson e da cui prendono avvio i movimenti oculari.
Il 68% dei pazienti con sintomi riscontrati ha dichiarato che quest’ultimi interferivano con le attività quotidiane, rispetto al 35% del gruppo di controllo.
Poiché la maggior parte delle problematiche riscontrate sono potenzialmente curabili, Carlijn Borm, autore dello studio, ha sollevato l’importanza dello screening: “Le persone con Parkinson che dichiarano di avere problemi agli occhi devono essere indirizzate a uno specialista per ulteriori valutazioni. Per coloro che non segnalano questi problemi, l’uso di un questionario volto a verificare eventuali sintomi, che altrimenti potrebbero non essere individuati, può consentire il riconoscimento, il trattamento tempestivo e il miglioramento della qualità della vita”.