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LEA, Italia divisa in due

LEA, Italia divisa in due Il Ministero della Salute ha diffuso le valutazioni sui Livelli Essenziali di Assistenza: solo la metà delle Regioni sono in regola 17 novembre 2015 – Una vittoria a metà: solo otto Regioni sulle sedici monitorate sono in regola con i Livelli Essenziali d’Assistenza (LEA) , su cui il Ministero della Salute ha acceso nuovamente i riflettori. La sanità pubblica e privata convenzionata sono state “radiografate” con la pubblicazione della verifica degli adempimenti nel 2013. Le Regioni adempienti sono concentrate quasi tutte al Centro-Nord (Marche, Toscana, Umbria, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Veneto e Basilicata). Cosa fare allora con le Regioni ritardatarie, ad esempio il Lazio, la Sicilia, la Campania o la Calabria? Quelle che hanno sottoscritto un Piano di rientro, pur avendo progressivamente migliorato l’organizzazione del sistema informativo e delle reti assistenziali, devono ancora migliorare soprattutto – scrive il Ministero della Salute – la riorganizzazione dei punti nascita, le cure palliative, la prevenzione e la riorganizzazione della rete dei laboratori. L’adempimento implica un risparmio complessivo per lo Stato, ma non sempre va a vantaggio diretto dei cittadini: la Regione viene promossa se non ha più di 3,7 posti letto per 1000 abitanti. Inoltre, deve avere un tasso di ospedalizzazione inferiore o uguale a 160 per 1000 abitanti (dunque non troppi ricoverati). Rispetto al 2012 si conferma il trend in diminuzione dei ricoveri ospedalieri in tutta Italia e l’aumento dell’appropriatezza dell’assistenza ospedaliera erogata.

Link utili: Monitoraggio dei LEA

Fonte principale: Ministero della Salute

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