Se con la retinopatia diabetica si gioca d’anticipo Una tecnica sperimentale si avvale di analisi molecolari eseguite sulla retina: potrà aiutare nella diagnosi precoce 4 settembre 2014 – Prevedere consente di vedere meglio. Per questo certi gruppi di ricercatori vanno alla ricerca di indizi per scoprire eventuali malattie oculari silenti e salvare la vista. Ad esempio, se si riesce a sapere tempestivamente che si sta sviluppando una retinopatia diabetica si possono evitare futuri danni alla retina . Un gruppo internazionale di ricercatori ha ideato una tecnica sperimentale eseguendo studi su conigli: si è constatato che nei capillari retinici delle cavie diabetiche c’è una concentrazione quasi doppia di una molecola (VEGFR-2) responsabile dell’accrescimento indesiderato dei vasi della retina. Infatti troppi capillari danneggiano la retina, tanto che nei malati di diabete si può ricorrere al laser per “bruciare” alcune zone retiniche, evitando danni peggiori. Fondamentale è che la diagnosi del diabete sia tempestiva e che la malattia sia ben curata (nei casi più gravi con l’insulina e, comunque, con una corretta alimentazione). “Abbiamo introdotto – scrivono i ricercatori sulla rivista Faseb – un nuovo approccio per la diagnosi precoce della retinopatia diabetica col VEGFR-2 come marcatore molecolare”. In pratica questa molecola sarebbe utilizzata come “spia” per capire in anticipo che è in atto una retinopatia diabetica, prevenendo quindi i danni tipici del diabete a carico della retina (moltiplicazione indesiderata dei vasi, stravaso di fluido e sangue sotto la retina). Insomma, un modo in più per tutelare la vista che può essere danneggiata per effetto di un’eccessiva concentrazione di zuccheri nel sangue. In Italia si stima che due diabetici su tre, dopo vent’anni di malattia, siano colpiti da retinopatia diabetica di gravità differente.
Fonti: Faseb , Federation of American Societies for Experimental Biology
Ultima modifica: 29 settembre 2014