Proteggere gli occhi dal sole ed evitare l’uso di lenti a contatto aiuta a prevenire i disturbi oculari al mare o in piscina
L’occhio è un organo molto delicato e deve essere sempre protetto. Le palpebre e le lacrime che ricoprono la superficie oculare offrono una prima difesa nei confronti dell’ambiente esterno. Tuttavia quando apriamo gli occhi il film lacrimale non riesce a schermare l’occhio dalle radiazioni solari e, in particolare, dai raggi ultravioletti (UV).
Perché il sole può nuocere alla vista?
Il sole è una fonte molto potente di radiazioni luminose che provocano, specialmente se in eccesso, un danno ossidativo ai tessuti, facendoli invecchiare prima del tempo.
Tutte le strutture oculari possono essere colpite; ma è la retina ad essere particolarmente vulnerabile e, una volta danneggiata, la sua funzionalità è difficilmente recuperabile. I raggi solari possono arrivare a provocare la morte di cellule retiniche (ad esempio se si fissa il sole). L’esposizione protratta ai raggi solari senza protezione può comunque favorire, soprattutto nella stagione estiva, l’insorgenza di patologie come congiuntiviti, cheratiti attiniche, cataratta e, in casi estremi, maculopatie fototraumatiche (lesioni della retina centrale).
Come proteggere gli occhi al mare?
Per precauzione, soprattutto al mare e in altre condizioni di elevata luminosità, gli occhiali da sole con filtri a norma di legge devono essere indossati da tutti, in modo da limitare l’azione dannosa dei raggi ultravioletti (UVA e UVB). Per coloro che vanno in barca a vela o praticano kitesurf/windsurf è particolarmente importante difendersi dal riverbero del sole sull’acqua; quindi è opportuno utilizzare occhiali con montature grandi e resistenti agli urti, con lenti ad alto assorbimento dei raggi ultravioletti e montature avvolgenti. È, inoltre, importante proteggere le palpebre e il contorno occhi perché si tratta di zone particolarmente delicate che vanno difese, oltre che con gli occhiali da sole, anche con una crema solare ipoallergenica e priva di profumazione.
In caso di problemi di arrossamento del contorno occhi si può, in prima battuta, ricorrere, una volta all’ombra, a impacchi con acqua fredda.
Bisogna stare attenti anche all’alimentazione?
Sì, la dieta dovrebbe essere ricca di vitamine (bisogna mangiare molta frutta e verdura, in particolare carote e mirtilli) e di omega-3 (acidi grassi che si trovano soprattutto nel pesce). In questo modo si aumenta la quota di sostanze antiossidanti, che potrebbero contribuire alla protezione della macula, la zona più sensibile al centro della retina.
Naturalmente è fondamentale idratarsi costantemente ossia bere in abbondanza (però l’acqua non deve essere ghiacciata).
Quindi è vero che è importante bere molto d’estate?
Sì, è vero: è fondamentale sia per la salute dell’intero organismo che, più in particolare, dell’occhio. Infatti il caldo di solito provoca uno stato di disidratazione; questo comporta problemi del corpo vitreo, il liquido gelatinoso che riempie il bulbo oculare: è questa la causa dei corpi mobili, detti anche “mosche volanti” (miodesopsie). Inoltre, nei casi estremi si può avere una retrazione del corpo vitreo stesso, con un suo distacco dalla retina (da non confondere però col distacco di retina in senso stretto). La perdita della salute del corpo vitreo aumenta, comunque, il rischio di problemi retinici, soprattutto in persone predisposte (come quelle molto miopi e/o che soffrono di degenerazioni periferiche della retina). Per difendersi bisogna reintegrare i sali minerali e garantire un adeguato apporto idrico.
Se gli occhi si arrossano cosa bisogna fare?
È bene, in prima battuta, risciacquare abbondantemente l’occhio con acqua dolce (se si indossano lenti a contatto bisogna prima toglierle) e usare le lacrime artificiali per mantenere un’adeguata stabilità del film lacrimale. Infatti col sole si può soffrire più facilmente di occhio secco. Se si fa un bagno in mare, soprattutto se si accusano irritazioni oculari, è meglio indossare la maschera o gli occhialini; una volta usciti dall’acqua è consigliabile instillare lacrime artificiali. Tuttavia, se il disturbo persiste bisogna recarsi da un medico oculista.
Perché gli occhi si arrossano?
Per diverse ragioni: l’azione del vento e il caldo aumentano l’evaporazione del film lacrimale, rendendo l’occhio meno protetto e creando, quindi, una condizione simile a quella dell’occhio secco. Il vento stesso può provocare dei disturbi (soprattutto in barca, in kitesurf o in windsurf), mentre in spiaggia può sollevare sabbia o polvere negli occhi (leggi la scheda sull’occhio rosso).
I raggi ultravioletti possono provocare congiuntivite (che può avere anche un’origine virale o batterica) e persino una cheratite attinica. Tuttavia, quest’ultima raramente si riscontra per l’esposizione al sole, mentre è più frequente nelle persone che utilizzano fiamma ossidrica o lampade abbronzanti/lettini solari senza protezione. Tipico è il dolore oculare, che aumenta durante la notte, col picco massimo nelle prime ore del mattino. La terapia è a base di pomate antibiotiche e riepitelizzanti (con bendaggio oculare).
Cosa devo fare se mi è finita della sabbia negli occhi?
Risciacquare con acqua dolce in abbondanza è il primo consiglio utile. Può anche essere necessario effettuare un lavaggio oculare (con acido borico o altri prodotti disinfettanti); ma se il quadro clinico non migliora bisogna recarsi tempestivamente a un pronto soccorso oculistico.
Cosa si deve fare se si usano lenti a contatto?
Al mare sarebbe buona norma non utilizzarle e mettere, invece, occhiali con lenti filtranti (occhiali da sole). Il comfort e la sicurezza delle lenti a contatto sono dati dalla presenza di un buon film lacrimale: si crea un film pre-lente (tra la cornea e la lente stessa) e un film post-lente: questo ambiente fa sì che la lente a contatto non sia mai a diretto contatto con la superficie oculare grazie a una sorta di “cuscinetto idrico” (la lente deve galleggiare sul film lacrimale). L’alterazione di quest’ultimo potrebbe portare alla scomparsa di questo ambiente ottimale; il bagno in mare, data la salinità dell’acqua, ne altera l’osmosi e tende a fare asciugare la lente a contatto, facendole quindi perdere le sue caratteristiche peculiari.
Posso portare le lenti a contatto in piscina?
Il loro uso è sconsigliato non solo al mare, ma anche in piscina, nei laghi e nei fiumi (comprese acque termali): nelle acque dolci potrebbe essere presente l’Acanthamoeba, un microorganismo pericoloso che causa un danno molto grave alla cornea. Normalmente esso non penetra nella superficie dell’occhio, ma i microtraumi che la lente a contatto potrebbe creare aprono la strada all’infezione. Si deve, quindi, ricorrere sempre ad uno specialista quando si ha un sospetto di una lesione corneale o se perdura la sensazione di corpo estraneo.
Spesso la vacanza è associata ad una minore attenzione o ad una minore cura nell’uso delle lenti a contatto. Se si va in posti dove è difficile effettuare una loro regolare manutenzione o dove è difficoltoso reperire i liquidi di conservazione, è bene usare le lenti a contatto giornaliere per diminuire la possibilità d’infezioni e portare comunque con sé gli occhiali da vista (per essere pronti a toglierle in caso di fastidio o occhio rosso). Comunque, se proprio non si può fare a meno delle lenti a contatto in spiaggia, è indispensabile proteggere gli occhi con occhialini prima di immergersi e buttare le lenti a contatto subito dopo il bagno.
Cosa fare quando la crema solare va nell’occhio?
Bisognerà, in questo caso, risciacquare gli occhi con acqua dolce in abbondanza, in modo da eliminare la sostanza irritante. Infatti, può capitare che la crema solare vada negli occhi o che il sudore possa scioglierla, colando nell’occhio e provocando un forte bruciore.
Si può verificare una crescita anomala della congiuntiva a causa del sole?
Sì, può avvenire: un’esposizione esagerata al sole può provocare, alla lunga, la formazione di pterigio. Si tratta di una malattia oculare del tutto benigna che consiste in una crescita anomala della congiuntiva, che arriva a coprire la superficie esterna e trasparente dell’occhio che si trova davanti all’iride (cornea), caratterizzata da ispessimento dei vasi: questa patologia si potrebbe considerare una sorta di “callo” oculare.
La formazione anomala ha una singolare configurazione triangolare e normalmente parte dal punto interno dell’occhio. Questa protuberanza si sviluppa tra le palpebre e la cornea; quest’ultima, in tale condizione, diventerà biancastra e ricca di vasi, con una superficie non regolare. Lo pterigio si accresce lentamente ma progressivamente. A volte può arrivare fino al centro della cornea, provocando una riduzione della vista. Non è doloroso, ma è antiestetico; dovrà, quindi, essere asportato dall’oculista con un piccolo intervento.