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Il Ministro della Salute Fazio presso il suo Dicastero (Sede di Roma Eur)

Malati cronici, meno assistenza negli ospedali

Il Ministro della Salute Fazio presso il suo Dicastero (Sede di Roma Eur)Malati cronici, meno assistenza negli ospedali Il Ministro della Salute Fazio insiste anche sulla chiusura delle strutture ospedaliere marginali 10 febbraio 2011 – è uno dei leitmotiv del Ministro della Salute Fazio: chiusura degli ospedali marginali e assistenza dei malati cronici fuori dalle strutture ospedaliere. Oggi il professore è tornato sull’argomento durante il Question Time alla Camera dei Deputati, nel corso di un’interrogazione sul rientro dai disavanzi sanitari della regione siciliana. “I malati cronici – ha ammonito il Ministro – non si possono più curare in ospedale. Ecco perché il governo sta facendo uno sforzo importante per trasferire gran parte dell’attività attualmente svolta negli ospedali sul territorio”. “I problemi di molte regioni del Sud sono dovuti a un eccesso di ospedalizzazione”. Poiché nel 2050 si prevede che in Italia il 35% della popolazione avrà più di 65 anni e la metà di essa soffrirà di una o più malattie croniche, si cercano soluzioni alternative agli ospedali. Intanto, però, prosegue il taglio dei posti letto. “Oggi in ospedale – ha avvertito Fazio – si può andare solo per indicazioni stringenti; tutto il resto va curato sul territorio”. Il che, in termini più prosaici, significa generalmente più assistenza domiciliare e, nel migliore dei casi, nuove strutture dedicate alle malattie croniche. Secondo l’Istat questa tendenza dura già da diversi anni: negli ospedali si sono ridotti in tutte le regioni, ad eccezione del Molise, passando da 4,3 posti letto per mille abitanti (2002) a 3,7 (2007). Va detto, tuttavia, che è sempre più frequente il ricorso al day hospital. Questa riduzione sarà compensata dall’assistenza domiciliare, in particolare per gli anziani? “In alcune regioni è già compensata – aveva replicato lo scorso 18 gennaio il Ministro Fazio –: pensiamo all’Emilia Romagna, al Veneto, alla Lombardia. Bisogna fare in modo che queste buone pratiche si estendano alle altre regioni”. Nel complesso le regioni sono interessate da circa 650 mila ricoveri ospedalieri di pazienti non residenti e da oltre 570 mila ricoveri di pazienti provenienti da fuori regione (2008).

Fonti: Sanità News, Istat, Ministero della Salute.

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