Occhio di riguardo per gli anziani In Italia venti persone su cento hanno più di 65 anni, di cui il 18% è disabile. Presentati a Roma dal Ministro Fazio i nuovi Quaderni del Dicastero della Salute Più considerazione per le esigenze sanitarie e sociali degli anziani. In occasione della presentazione degli ultimi Quaderni del Ministero della Salute, avvenuta martedì 18 gennaio 2011 a Roma, si è parlato di strategie per prevenire la disabilità e gestire le malattie croniche. Ha aperto i lavori il Ministro Ferruccio Fazio. Secondo i dati Istat (2007) nel nostro Paese si contano 11,8 milioni di persone over 65anni, pari al 19,9% della popolazione totale (su 59,1 milioni). Il 40% di essi è affetto da almeno una malattia cronica, mentre il 18% è disabile. Per prevenire, ad esempio, la cecità bisogna però puntare anche a migliorare gli stili di vita. Nei Quaderni si evidenziano, tra l’altro, i rischi connessi col fumo di tabacco, che “comporta una riduzione della sopravvivenza nei soggetti di mezza età (45-54 anni) e di età più avanzata (65-74 anni). Il fumo di sigaretta rappresenta, inoltre, un fattore di rischio per la degenerazione maculare senile , la principale causa di cecità nei Paesi sviluppati ”. La malattia oculare più diffusa al mondo resta però la cataratta, che colpisce principalmente gli anziani e, in un caso su due, è causa di cecità e ipovisione (il più delle volte sono reversibili con un semplice intervento chirurgico che molti Paesi non si possono permettere). “Gli ultrasessantacinquenni – si legge in una nota del Ministero della Salute in riferimento alla situazione italiana – risultano dunque essere i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie; condizione che ha indotto il Servizio Sanitario ad un’attenta riflessione circa la necessità di ripensare culturalmente e riconsiderare strutturalmente le prestazioni erogabili”. Il Ministro della Salute Fazio ha sintetizzato, presso la sede dell’Eur del Dicastero della Salute, alcuni aspetti dello studio: 1) il problema demografico (invecchiamento della popolazione italiana); 2) l’esigenza di una maggiore considerazione sociale dell’anziano (che può “dare un contributo importante” nonostante il problema del “declino delle funzioni del corpo”); 3) la necessità di un passaggio progressivo degli ammalati, soprattutto cronici, dall’ospedale al territorio (la cosiddetta “deospedalizzazione”); 4) l’invecchiamento attivo ( active ageing ): invecchiare bene è possibile adottando corretti stili di vita, ma contemporaneamente sarebbe necessaria una maggiore considerazione sociale (“non contano solo i fattori biologici e genetici”, ma soprattutto le relazioni umane e professionali). A quest’ultimo proposito il Ministro Fazio ha citato un’iniziativa di livello europeo, una “Partnership per l’innovazione sull’invecchiamento attivo” (che guarda al 2020). L’idea è quella di catalizzare le competenze degli esperti e di mobilitare enti pubblici e privati, con la finalità di consentire di vivere una terza età qualitativamente migliore. Note: Secondo gli ultimi dati Istat disponibili (2005) in Italia i non vedenti sono 362mila e, stando ad altre
Fonti, si stima che gli ipovedenti siano circa un milione. Da Criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nell’assistenza all’anziano , Quaderni del Ministero della Salute (n. 6, novembre-dicembre 2010), p. 31, nostro il grassetto.
Pagina pubblicata il 18 gennaio 2011.
Ultima modifica: 19 novembre 2012.
Link utile: Ministero della Salute