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Ipovisione e cecità

L’ipovisione è quella condizione di riduzione permanente della funzione visiva che non permette a un individuo il pieno svolgimento della sua attività di relazione, la conduzione di una normale attività lavorativa, il perseguimento delle sue esigenze ed aspirazioni di vita. Secondo l’OMS un soggetto:

  • è cieco quando la sua acuità visiva corretta nell’occhio migliore è inferiore a 1/20,
  • è ipovedente quando è compresa tra 3/10 e 1/20.

La normativa

Nel nostro Paese, fino a qualche anno fa, non esisteva una cultura della riabilitazione visiva. La situazione è radicalmente cambiata con la Legge n. 284 del 1997 (“Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l’integrazione sociale e riabilitativa dei ciechi pluriminorati”). La revisione delle norme che stabiliscono i limiti legali in tema di cecità e ipovisione è stata approvata con una legge specifica (n. 138 del 3 aprile 2001). Suo merito principale è quello di prendere in esame, per la valutazione del danno, non solo lo stato della visione centrale ma anche quello della visione periferica (cioè il campo visivo completo). Sulla base di questa legge vengono riconosciute 5 classi di minorazione visiva: cecità totale, cecità parziale, ipovisione grave, medio-grave e lieve.

La vastità del problema

Secondo l’OMS il numero degli ipovedenti è destinato ad aumentare. Stime del 2010 parlano di 246 milioni di ipovedenti al mondo. Le cause di questo fenomeno sono molteplici. Al primo posto figura sicuramente l’invecchiamento della popolazione. Un’altra causa è il miglioramento, in termini di prevenzione e terapia, che l’oftalmologia ha fatto registrare negli ultimi anni, per cui gravi patologie che in passato portavano alla cecità vengono oggi bloccate allo stato di ipovisione.

Chi è l'ipovedente

Spesso si tratta di un soggetto anziano e, in quanto tale, può presentare altre forme di invalidità. La maggior parte delle volte è un individuo psicologicamente fragile anche perché si ritrova a perdere la sua autonomia. Frequentemente vive un’emarginazione sociale legata all’uscita dal mondo del lavoro, cui a volte si associa una condizione di solitudine, anche familiare, specialmente nelle grandi città. La perdita o la significativa riduzione della capacità visiva cambia in maniera irreversibile la vita dell’individuo. Infatti le limitazioni funzionali che ne conseguono possono interessare molti momenti della vita personale. Possono risultare compromesse:

  • le normali attività della vita quotidiana (vestirsi, curare la propria persona, mangiare);
  • le attività domestiche (pulire la casa, fare la spesa);
  • le occupazioni di svago e tempo libero (guardare la TV, leggere);
  • le attività di relazione e comunicazione (scrivere, comporre un numero di telefono);
  • la propria attività lavorativa (guida, utilizzo del computer);
  • le capacità di movimento e spostamento (uscire da soli, prendere un mezzo pubblico).

Terapia

Leggi tutte le informazioni sulla riabilitazione visiva e sul Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti

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